Scorzè (fiume Dese, centro, acque e pozzi)
Il comune di Scorzè è attraversato dal fiume di risorgiva Dese e e gran parte del suo territorio appartiene oggi al suo bacino idrografico. Solo una porzione meridionale del comune ricade nel bacino Marzenego, attraverso il Rio Moniego e il Fosso di Robegano che scaricano le acque sul Rio Storto, già affluente del Marzenego e poi canalizzato verso la fine degli anni ’70 nel sistema dello Scolmatore.
L’antico assetto di Scorzè rappresentato nella Kriegskarte consiste in un centro che fa capo a due ville con parco e alla chiesa: Palazzo Soranzo (oggi villa Soranzo-Conestabile) a sud, Palazzo Orsini e la chiesa a nord. Il Dese scorre con la sua fascia di prato con vigneti a nord est vicino al centro e verso levante è la sequenza dei suoi affluenti Rio Sant’Ambrogio, Rio San Martino e Rio Desolino. Il centro si dispone lungo un asse nord sud coincidente con la strada Castellana e collegato a Moniego, Cappelletta e Noale verso sud ovest e ad Ario St. Martin (Rio San Martino) verso nord.
L’urbanizzazione si sviluppa linearmente e abbastanza rada, salvo un maggiore addensamento nella parte centrale della raggiera viaria, rispetto ad altri centri vicini come Piombino e Trebaseleghe, lungo gli assi stradali potenziati o rettificati rispetto a quelli storici. Appare lo Stabilimento fonte S. Benedetto per la commercializzazione delle acque, ma ancora più evidente sono le condotte dell’acquedotto di Venezia e poi di Venezia Mestre che già a cavallo tra Ottocento e Novecento ha utilizzato i pozzi di Sant’Ambrogio e poi altri pozzi di questa zona di risorgive per il rifornimento di acqua potabile del capoluogo. In questa carta IGM si può seguire il tracciato dell’acquedotto per esempio lungo la Castellana, quello fino ai pozzi delle Sorgenti Vecchie di Sant’Ambrogio (fuori dallo stralcio cartografico riportato), quello vicino ai pozzi dello stabilimento San Benedetto e infine le altre condotte che nel tempo attingevano a Zero Branco e a Quinto di Treviso. In sostanza si rivela concretamente, accanto alla ricchezza dei corsi d’acqua di risorgiva, il patrimonio delle acque sotterranee come risorsa della popolazione e dell’infrastrutturazione degli insediamenti urbani, oltre che come risorsa commerciale con i relativi problemi di sostenibilità. I corsi d’acqua sono evidenziati a partire dal Dese con le sue arginature e con gli affluenti Rio San Martino e Rio Sant’Ambrogio, qui denominato Rio Storto. Nella carta IGM del 1966 sono rilevati come di consueto gli elettrodotti (a Scorzè è situato anche l’importante impianto ripartitore) e la campagna ha i simboli sparsi di presenza di vigneti e di alberature.
Giorgio Sarto
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