Un respiro per la città metropolitana –
Giorgio Sarto
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Intervento di Giorgio Sarto agli incontri preparatori al Contratto di fiume organizzati da storiAmestre – Centro di Documentazione sulla Città Contemporanea (30.1.14)
Giorgio Sarto ha contribuito dal 1985 nella Commissione per il paesaggio della Provincia di Venezia alla tutela di numerosi siti e come assessore ha impostato il progetto del piano territoriale provinciale adottato dal consiglio nel 1995. E’ stato uno dei progettisti del Piano del centro storico di Mestre, degli altri nuclei storici della terraferma e della variante urbanistica che ha tutelato il quartiere giardino di Marghera. Ha curato in tempi più recenti la mostra e il Laboratorio Mestre 900 .
Come indicato dal piano del centro storico di Mestre, di recente è stato finalmente riaperto in centro un tratto del Marzenego tombato negli anni ’50, e anche questo intervento riapre, dopo oltre mezzo secolo di oblio e opere distorte, l’attenzione all’intero corso del fiume, e non solo del fiume in senso stretto, ma di tutto il suo bacino idrografico, sviluppando uno strumento di conoscenza e riqualificazione partecipata quale vorremmo fosse il Contratto di fiume.
Sembra che l’amministrazione comunale abbia percepito questo rapporto, almeno in ambito locale, tant’è che presentando la scopertura in corso di attuazione ha ripreso in mano con una prima bozza progettuale l’annosa questione di un parco fluviale a monte del centro città.
Mi pare opportuno richiamare alcune idee, vicende urbanistiche, interventi ed eventi degli ultimi decenni come necessaria conoscenza per la nostra presente prospettiva che intende individuare gli elementi di valore e di degrado per migliorare la qualità e la fruizione del bacino fluviale come risorsa essenziale del territorio.
Sintesi dell’intervento
Dopo alcuni riferimenti all’importanza attribuita nel passato più lontano ai fiumi sversanti in laguna, alla nuova tutela del paesaggio fluviale prescritta nel 1985 dalla legge Galasso (L.8 agosto 1985 n.431) in contrasto con la dimenticanza e il violento maltrattamento del secondo dopoguerra, al bacino del Marzenego e alle importanti trasformazioni delle ex cave di Noale, Salzano e Martellago, invito a riflettere su realizzazioni e storie più dettagliate che si riferiscono all’ambito fluviale ad ovest del centro mestrino fino al confine con Martellago, ove si evidenziano cinque diverse situazioni, che costituiscono dei casi tipici ed esemplificativi di rapporto con il fiume, riscontrabili in altre situazioni simili del bacino. Le vicende urbanistiche mostrano l’origine di alcune idee e realizzazioni o defatiganti regressioni. Emergono per il presente obbiettivi di miglioramento puntuale – di qualità dell’acqua, di rinaturalizzazione, di accessibilità e connessione leggera con gli insediamenti, di salvaguardia dei beni storici e delle aree perifluviali e drastica limitazione dell’edificabilità… – e la meta di un vasto parco che dia respiro alle acque e sia bene comune basilare anche per riqualificare la disordinata area metropolitana.
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1. Il sistema fluviale nel passato attraverso le carte
2. Tutele paesaggistiche, piani territoriali e urbanistici e realtà. Casi in terraferma veneziana con confronti dagli anni ’70 e ’80 ad oggi.
2a. La legislazione e gli strumenti amministrativi
2b. Ex cave di Noale, Martellago e Salzano
2c. Standard e piani urbanistici
2d. Elementi di qualità architettonica lungo il fiume
3. Iniziative dal basso negli anni ’80 da parte di gruppi di popolazione e di associazioni per la fruizione pubblica di ambiti fluviali
3a. Anni 80: Mostra e pubblicazione di Urbanistica democratica
3b. Tesi di laurea – anni 80
4. Problemi irrisolti e soluzioni positive
N.B.: Vengono qui pubblicate – in forma di bozza provvisoria – le parti 1, 2a e 2b. L’intervento verrà pubblicato interamente a breve.