da VENEZIA


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1805                                 |                                     1960                                     |                               2014

 Venezia (Mestre ovest-Zelarino)

         I caratteri dell’antico paesaggio del Marzenego che scorre a sud della strada Castellana e a monte del centro storico di Mestre sono gli ampi meandri del fiume e dei suoi affluenti, la larga e continua fascia di prato stabile che lo accompagna nella zona più esondabile, la sequenza dei mulini dei quali in questo stralcio del von Zach sono visibili i primi due: il Gaggian verso Mestre e il Ronchin verso Zelarino con il suo by pass. Completano la sequenza due ville affacciate sul fiume – Palazzo Zini sull’asse della chiesa di Zelarino (ora villa Zino e Centro Cardinale Urbani) e Palazzo Pisani (ora villa Barbarich) – e Ca’ Motoni (ora villa Moro-Lin a Zelo). La campagna coltivata a seminativo con vigneti è rilevata con le sue ampie insule. Verso sud è indicata la Contrada Brendole ove verso fine ottocento sarà costruito l’omonimo forte del campo trincerato di Mestre e appare nel margine inferiore dello stralcio cartografico Palazzo Paganella che corrisponde alla villa del centro della Gazzera.
         Le trasformazioni violente dell’urbanizzazione e del fiume nel secondo dopoguerra sono rilevate nella carta dell’IGM del 1966: lottizzazioni a tappeto – e che si spingono fino agli argini del fiume – lungo le strade e attorno ai vecchi nuclei insediativi, drastica rettifica del Marzenego – che non a caso viene denominato Canale Marzenego – secondo il progetto consorziale del 1962 finalizzato a realizzare il sistema scolmatore. La carta rileva trasformazioni vecchie e più recenti, dai rami ferroviari agli elettrodotti, all’acquedotto interrato che dai pozzi di prelievo e dalla Castellana va verso il ripartitore di Gazzera,   a edifici come il Magazzino Coin sul Terraglio in alto a destra, e infine – con un’attenzione inconsueta in quegli anni – riporta elementi della rete minore dei corsi d’acqua e fossi.
         Il fotopiano 2014 sintetizza mezzo secolo di ulteriore urbanizzazione e pure la complessità e gli errori della città contemporanea, che però rispetto all’antico paesaggio rilevato dal von Zach e rispetto a quello successivo fino agli inizi del Novecento conserva elementi e tracce da considerare attentamente per un nuovo paesaggio sostenibile. L’estensione dell’area urbanizzata, dai quartieri urbani alle enormi zone commerciali come quella visibile in alto verso il Terraglio e la tangenziale, mostra che lungo il Marzenego – che rispetto al 1966 tra tangenziale e ferrovia ha perduto anche l’ultima ansa la quale però lascia una visibile traccia in un’area boscata – ci sono a monte del centro storico di Mestre e fino a Zelarino ed oltre fino al confine di Martellago spazi liberi ed aree perifluviali che, se salvaguardate e curate, possono costituire con i beni storici una risorsa indispensabile per la città metropolitana e proseguire il corridoio ecologico tra le oasi di Noale, Salzano, Martellago. Il risanamento delle acque e la sicurezza idraulica possono essere conseguiti in un nuovo paesaggio che abbia qualità storico ambientale ed estetica e sia di nuovo frequentato dai cittadini. In particolare la vasta area a ridosso del centro e fino a Zelarino può diventare un parco fluviale con queste caratteristiche, tanto più dopo la riapertura del Marzenego in centro storico e la decadenza del Piano di Lottizzazione che lì era stato predisposto.
Giorgio Sarto

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Questi contributi ci giungono da Venezia:

1. Intervista a Franco Schenkel.

In questa intervista si parla di pensioni, di piano delle acque, di grigi burocrati, di elezioni, di anni di vita, di Grecia (solo di striscio), di contratto di fiume, di Mao Tze Tung (come si diceva una volta), di Consorzi, di spinte da fuori, di ottimismo, di frustrazioni, di nostalgie.

2. Abbiamo un fiume?

Racconto di una passeggiata lungo il Marzenego tra Cipressina e Zelarino, organizzata dall’Ass. 7 nani e guidata da Giorgio Sarto…

3. Zelarino sulle tele.

Un’esposizione di pittura in questo sito dedicato al fiume Marzenego. In effetti le opere delle pittrici che hanno esposto nel marzo 2015 sono centrate come richiesto su Zelarino, ma di Zelarino raccontano nella gran parte la presenza del fiume. I corsi d’acque entrano sempre nella percezione affettiva e estetica dei suoi abitanti, nella pittura, come nella fotografia e nelle cartoline ricordo di buona memoria. Si veda anche il contributo di Piombino Dese.

4. Murales della Cipressina.

Due siti alla Cipressina accolgono cicli di pittura murale in cui il tema delle acque interne è molto curato. Il sottopasso dei Quattro Cantoni – luogo solitamente tetro – è stato nel 2009 gioiosamente nobilitato:  600 metri quadri di coloratissimi e pregiati dipinti lungo il sottopasso. Il progetto è stato ideato, organizzato e realizzato dal prof. Maurizio Favaretto in collaborazione  con alcuni ospiti della Casa dell’Ospitalità ed alcuni  alunni  del Liceo artistico. L’hanno consegnato ai passanti perché guardino, ricordino, abbiano uno sguardo amico verso la propria città. Le foto ne mostrano alcuni tratti dedicati al paesaggio fluviale.
Il portico di via Ciardi che introduce al centro Civico Lippiello ospita invece una articolata opera collettiva, anch’essa di alto livello pittorico. I promotori, i progettatori e gli esecutori sono citati all’inizio di questa presentazione, dove si spiega anche che i temi rappresentati sono opera di una ricerca storica sulla Cipressina, che ne ha individuato i momenti più evocativi e rappresentativi (le biciclette, i migranti, l’oratorio, la trattoria, e anche qui il Marzenego: il mulino, l’alluvione, i bagnanti, ecc.).

5. Convegno “26.9.2007 – 26.9.2017: Cosa è cambiato?”. Intervento di M. Giovanna Lazzarin.

A questo convegno, organizzato dall’Ordine degli ingegneri della provincia di Venezia, dalla Fondazione ingegneri veneziani e dal Consorzio di Bonifica Acque Risorgive al Centro Culturale Candiani in occasione del decennale della grande alluvione del 2007, ha partecipato storiAmestre con un intervento di Giovanna Lazzarin, qui riportato assieme alla presentazione che lo accompagnava. Le presentazioni degli altri relatori, ricche di informazioni, sono raccolte nel sito del Consorzio. Cos’è cambiato? Molti interventi e strumenti innovativi sono riconoscibili, strategie di salvaguardia e riqualificazione del territorio molto meno.

6. Il Gioco dell’Oca lungo il Marzenego.

L’idea di preparare un “Gioco dell’Oca lungo il Marzenego”, destinato ai ragazzini delle scuole primarie, è nata negli autori per offrire uno strumento di conoscenza del fiume, delle sue risorse e potenzialità, dei pericoli che può provocare se non ben gestito, e quindi un’occasione di formazione culturale non generica e passiva, ma documentata e – sebbene in forma ludica – interattiva. Gli autori sono M. Giovanna Lazzarin e Mario Tonello (storiAmestre) e Maria Marchegiani (Movimento di Cooperazione Educativa). Il gioco è qui illustrato e le 65 tessere sono raccolte in un album allegato.

7. Les merveilles du monde. I fiumi di Mestre sono il Marzenego.

Cappellari (storiAmestre) accompagna il Flumen de Mestre dal suo affacciarsi entro la zona urbana fino alla sua foce nella laguna. E ci racconta – con l’espediente dei resoconti inviati ai compari della sua Compagnia Gongolante – cosa il suo sguardo falsamente ingenuo e talvolta goliardico coglie della città, delle sue acque, delle sue storie.

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