GIOVANNA: Il Coriolo dove nuotavano le anatre era grande come adesso?
TILDE: No, no, el iera belo grande… Sarà stà 4 o 5 metri de larghessa. Po’ ghe iera na busa dove che le bestie le andéa a bever l’acqua…
M.T.: Dov’era questa buca?
MARIO: Qua vicino, dove una volta c’era un convento, e c’è ancora un pezzo di palazzo, vecchio. Per l’acqua di casa invece abbiamo la pompa, che pesca direttamente nella falda, sotto anche a 15 metri.
M.T: Non la prendete dal fiume? L’acqua della risorgiva è pulita…
MARIO: No, nel fiume adesso non c’è più acqua.
GIOVANNA: Così anche quest’acqua qua è meno di quella di una volta?
MARIO: Sì, una volta di acqua ce n’era una montagna. Bastava fermare un poco l’acqua, e avevi acqua dappertutto.
TILDE: Ghe iera dele volte, da là un giorno o do che gavea piovuo anca tanto, parea quasi el cielo che se speciasse su l’acqua, da quanto azura che la iera, e che bela che la iera. Che se podea anca bévarla.
M.T.: Allora l’acqua di uso alimentare, familiare, veniva dalle pompe, non dall’acquedotto?
MARIO: No no, qua non ci sono acquedotti. L’acqua veniva su bevibile, sana. Adesso abbiamo le pompe a getto continuo. E la facciamo analizzare per l’inquinamento.
GIOVANNA: Avete avuto allagamenti, con tutta sta acqua?
MARIO: No, mai. Abbiamo il Muson dei Sassi, ma fino a qui non arriva, è a un chilometro. Qua l’acqua arriva fino alla strada, ma non è grave.
[segue]