SORGENTI DEL DESE NEL 1970

Testimonianza della famiglia Dal Bon

Sign.ra Annateresa, moglie del Maestro Antonio Dal Bon (detto Maestro Bibi) e dei figli Paolina, Pietro e Lorenzo Dal Bon (21.2.2015)

(a cura di F. Campagnaro)

da sinistra: Dal Bon Antonio (detto Maestro Bibi); Perinasso Daniela e Maria Antonia; un ospite; Paolina e Pietro Dal Bon.

da sinistra: Dal Bon Antonio (detto Maestro Bibi); Perinasso Daniela e Maria Antonia; un ospite; Paolina e Pietro Dal Bon. (1970)

La foto mostra l’argine destro del Musonello con il ponticello di legno (guagno) che lo collegava all’altro argine all’altezza dell’abitazione di Perinasso fu Angelo. In questa foto si nota una fascia libera di almeno 15 metri che comprende la zona della strada comunale (circa 9 metri) e la zona demaniale del Dese (circa 6 m.). L’innalzamento della campagna retrostante è stato eseguito dalla famiglia Floriani. Tra l’innalzamento del terreno e il Musonello c’era dunque la zona demaniale del Dese e la strada comunale attigua al fiume Musonello (ex via Aurelia, carrabile costruita dal console Gaio Aurelio Cotta circa nel 25 a.C. – che da Padova portava ad Asolo.

In quella zona c’erano parecchi fossi e “fontanassi” che alimentavano il Dese, le cui sorgenti provenivano da Castelfranco Veneto. A monte del luogo di questa foto confluiva anche un considerevole “fontanazzo” che sgorgava tra le proprietà Dal Bon, Floriani, VMC, e che la famiglia Dal Bon usava abitualmente per l’orto e gli usi domestici. Il letto di tale sorgiva aveva una larga estensione (circa 3 m.)

La strada comunale che originariamente affiancava il Musonello partiva da via Brentanella e arrivava fino alla via Piagnon e preoseguiva per Castelfranco Veneto. Infatti gli abitanti di via Piagnon e Alta Castellana la percorrevano in bicicletta per andare a Resana fino agli anni 70, ritenendola proprietà del Comune di Resana.

L’acquisto del terreno agricolo da parte della VMC e la sua trasformazione in nome dello sviluppo economico e lavorazioni del cemento ha significato uno stravolgimento dell’area sia per la parte demaniale del Dese, che veniva completamente interrata e innalzata, sia per la parte della strada comunale che veniva innalzata quasi come la statale Castellana.

Gli abitanti di via Piagnon e Alta Castellana dagli anni 70 avevano chiesto più volte spiegazioni di questi cambiamenti alle amministrazioni di allora, avevano anche chiesto di riaprire la strada comunale per ricreare una vera pista ciclabile fino a Resana, ma da allora nulla è stato fatto.

Dunque la pista ciclabile che da Resana va verso il Piagnon e Castelfranco si può ancora fare.

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