Sottani - La disponibilità di risorse idriche
ANDREA SOTTANI
Idrogeologo, Sinergeo (Vicenza)
LA DISPONIBILITÀ DI RISORSE IDRICHE SOTTERRANEE TRA CAMBIAMENTI CLIMATICI E FENOMENI DI INQUINAMENTO: TREND IN ATTO
PARTE I/V
2. Sommario
L’intervento è articolato in alcune parti: un breve inquadramento strutturale delle aree di interesse e una veloce rassegna della situazione quantitativa delle nostre acque sotterranee: l’obiettivo è quello di capire, tramite le informazioni disponibili, la situazione attuale, riferita (come il titolo del convegno richiama) alla disponibilità della risorsa idrica. È altresì annesso un cenno alla qualità delle acque, per immagini, utile ad apportare aggiornamenti anche sulla situazione idrochimica delle falde in discussione.
A seguire si presentano trend e andamenti molto interessanti rispetto a tematiche come il consumo del territorio: al riguardo si evidenziano alcuni numeri pubblicati da ISPRA poche settimane fa. Si tratta di dati recentissimi (2018-2019), che qualificano le linee di tendenza relativamente a questa problematica.
Da ultimo si coglie l’occasione per formulare alcune ipotesi di regole, che si ispirano al protocollo delle “4 R”: un decalogo di azioni concrete applicabili, ognuno per le proprie competenze e possibilità, perché l’acqua che rimane non finisca.
I. Cenni di inquadramento strutturale regionale - pag. 1
3.4.5. Sul merito delle questioni di inquadramento territoriale è utile qualche richiamo teorico: le acque sotterranee possono essere contenute sia nei sistemi fratturati di montagna che nei sistemi porosi di pianura.
In questo momento, vista anche la zona dove ci troviamo (Castelfranco Veneto) l’attenzione è focalizzata sui sistemi porosi di pianura. Tale scelta, peraltro, converge in modo ottimale con il tema delle risorgive, nevralgico e pregnante per la giornata odierna.
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6. Nei sistemi alluvionali (di pianura) i serbatoi nel sottosuolo sono sostanzialmente costituiti da strati di ghiaie e di sabbie permeabili che, alternandosi a orizzonti di tipo impermeabile, costituiti da limi e da argille, fino a profondità anche considerevoli di centinaia di metri, determinano una situazione idrogeologica complessa. Tale assetto predispone all’accumulo di ingenti volumetrie idriche ipogee.
Nella parte alta del dominio, a ridosso dei rilievi montani, si rinviene la cosiddetta falda freatica: in quest’ottica occorre pensare ad un un unico materasso alluvionale saturo d’acqua su spessori consistenti, anche di centinaia di metri dal piano di campagna. Scendendo dalla fascia pedemontana in direzione della laguna si intercetta la fascia delle risorgive; seguono i sistemi confinati di bassa pianura, dove gli acquiferi ghiaiosi sono intrappolati all’interno di strutture sepolte di confinamento, che consentono anche la creazione di pressioni idrostatiche interessanti.
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7. La sezione tipo esemplifica il quadro geostrutturale tipico della zona veneta, con la zona di alta pianura in connessione con i rilievi montuosi, la fascia delle risorgive ed ancora la media pianura con il sistema multifalde artesiano. Il pozzo freatico, di colore rosso, intercetta la prima falda pedemontana, di tipo libero; la captazione schematizzata in colore verde, invece, intercetta un acquifero profondo, ad esempio a 200 metri di profondità, sicuramente di interesse acquedottistico.
Nel dominio di intermezzo c’è la linea delle risorgive, che rappresenta lo sfioro naturale del sistema pedemontano e quindi costituisce una spia assolutamente interessante sia per lo stato quantitativo della circolazione sotterranea che per la problematica qualitativa.
Passa col mouse per ingrandire 8. La sezione, tratta da una pubblicazione nota a livello nazionale (CNR-IRSA), mostra la geostruttura locale che passa proprio per Castelfranco: si intravvedono il Fiume Zero, le sorgenti del Sile (i.e. risorgive) e toponimi di queste zone.
È interessante notare che nella parte destra del profilo la freccia rossa (verticale) individua acquiferi, quindi strutture profonde anche di probabile interesse idropotabile, fino a 400 metri di profondità.
Il dominio in discussione assume dimensioni verticali di questo tipo.
Passa col mouse per ingrandire9.10. In merito al tema delle risorgive e per inquadrare la situazione specifica si fa cenno ad alcuni esiti di uno studio condotto nel 2015 per conto del Gestore vicentino del Servizio Idrico Integrato, partner con altre istituzioni connesse dall’interesse per l’acqua, in un progetto Life dedicato.
In questo contesto una consulenza idrogeologica specialistica, è stata erogata per aggiornare il patrimonio conoscitivo riferito all’ambiente idrogeologico delle risorgive vicentine.
Passa col mouse per ingrandireSono stati organizzati sopralluoghi in campo, sono stati eseguiti censimenti, misure ed analisi, relativamente a questa fascia di territorio, che si configura del tutto simile a quella esistente attorno al centro di Castelfranco V.to.
Si è cercato di capire lo stato di qualità e di quantità della fascia delle risorgive, mettendo in piedi anche iniziative sperimentali.
Per ogni ulteriore interesse, in rete (http://www.lifeaquor.org/it/download) è disponibile e scaricabile tutto il materiale prodotto, comprendente studi e mappe, ricompresi nei report di progetto.
Passa col mouse per ingrandire11.12.13.14. Nell’ambito delle attività tecniche è stato messo a punto anche una piattaforma software per la gestione dei dati: essa è strutturata in modo da riuscire a contenere tutte le informazioni acquisite nel corso dell’attività sperimentale.
Il lavoro si è articolato in numerosi sopralluoghi sul campo da parte di numerosi tecnici specializzati, in grado di eseguire verifiche dirette, repertorio fotografico, analisi morfometriche ed ecologiche, campionamenti e misure di portata con strumentazioni dedicate a questa attività.
Tutte le informazioni sono state georeferenziate e raccolte in una banca dati che ha preso in considerazione centinaia di capifonte: alcuni di essi mantengono ad oggi una portata d’acqua residua, seppur minore rispetto ai precedenti censimenti degli anni sessanta. In molti altri casi ci si è trovati in situazioni evolutive differenti, con la polla totalmente asciutta e l’asta priva di ogni deflusso idrico.
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15. In aggiunta a quanto sopra si è provveduto anche ad una caratterizzazione idrochimica, utile per fare valutazioni di bilancio sulle tendenze in atto.
Sono state raccolte decine e decine di campioni, sono state fatte molte misurazioni direttamente negli alvei delle risorgive e questo patrimonio di dati è stato inserito ed elaborato all’interno del progetto, che tra le altre nobili funzione doveva indicare quale potessero essere le azioni di mitigazione e le azioni compensative.
16. Va menzionata in quest’ottica la collaborazione con il dottor Giustino Mezzalira, che parlerà nel pomeriggio a questo Convegno: con l’ente che dirige (Veneto Agricoltura) si è occupato delle aree di forestazione con infiltrazione artificiale per la ricarica della falda.
Nel contesto del progetto in parola sono stati messi in marcia 7 siti pilota per la ricarica della falda in condizioni controllate (MAR = Managed Aquifer Recharge); e nel periodo di espletamento delle attività – di poco superiore a un anno – sono stati infiltrati nei siti pilota 2 milioni di metri cubi di acqua, che rappresentano un dato interessante (con riferimento agli ordini di grandezza degli elementi che costituiscono il bilancio idrologico provinciale).
Purtroppo a valle del completamento del progetto Life Aquor non sono da registrare iniziative “full scale” in grado di portare avanti la ricarica in modo sistematico. Le Amministrazioni a suo tempo coinvolte non hanno ritenuto di reiterare gli sforzi, complice anche un periodo meteoclimatico che ha allontanato lo spettro della siccità. Fa eccezione il Consorzio di bonifica Brenta di Cittadella, che da tempo si sta muovendo in maniera molto interessante e concreta su queste tematiche, con attività e progetti nella direzione di rimpinguare gli acquiferi tramite varie tecnologie ed approcci.
Il tema della ricarica artificiale, che parte giocoforza da una sperimentazione per convergere però verso una progettazione esecutiva, una realizzazione di siti ed un monitoraggio delle prestazioni ad esse associate, costituisce uno dei punti nevralgici per le strategie di mitigazione.
Resta da auspicare una consapevolezza nuova da parte di chi potrà decidere se mettere in atto strategie di MAR.