Presentazione del percorso didattico
“Il Marzenego, il piccolo grande fiume di Noale”
Come portare i bambini di una quarta elementare verso una conoscenza consapevole del territorio capace di modificare atteggiamenti e comportamenti sostenibili con l’ambiente
L’anno scorso (2018) durante il Seminario di studi organizzato dalla Rete di Geostorie a scala locale abbiamo conosciuto “Il gioco dell’oca lungo il Marzenego” condotto da Giovanna Lazzarin (Ass. storiAmestre) e Maria Marchegiani (MCE). Immediatamente abbiamo colto le potenzialità didattiche del gioco, sia per l’argomento perché il Marzenego passa per Noale e davanti la scuola, sia per l’approccio nuovo, quello ludico.
Contando sulla collaborazione di Mario Tonello (Ass. StoriAmestre) e delle stesse Giovanna Lazzarin e Maria Marchegiani, le insegnanti Cristina Bertoldo a Noale e Stefania Pellizzon a Cappelletta hanno sperimentato un percorso didattico progettato con Marialina Bellato, conduttrice del Laboratorio di Geostorie, per far scoprire il territorio di Noale attraverso il Marzenego. È un piccolo corso d’acqua, talvolta anche trascurato, oggetto di particolari attenzioni solo quando c’è il pericolo di inondazioni.
Provvidenziale è stato un giorno nel quale i bambini di Noale si sono accorti che il fiume trasportava copiose quantità di erba tagliata; questo evento ha permesso di far leva sulla loro motivazione per l’avvio del percorso: hanno esplorato, hanno ragionato, lanciato proposte e questioni, svolto attività in apprendimento cooperativo con partecipazione costante nonostante la durata e la complessità del progetto.
Per noi insegnanti il Marzenego è stato una risorsa per scoprire ed esplorare il territorio, una fonte per far capire come l’uomo ha utilizzato il fiume nel tempo, una miniera di informazioni da gestire, collegare, organizzare in una conoscenza e quindi una opportunità per abituare gli alunni al metodo della ricerca e a un metodo di studio.
Ma abbiamo “sfruttato” il Marzenego per molto altro ancora, per:
- sperimentare insieme un modello di lettura del territorio trasferibile in ogni contesto perché i ragazzi si impadronissero di uno strumento da usare in modo autonomo;
- far cogliere le relazioni tra gli elementi naturali del paesaggio e le attività umane – tra cui i mulini, le coltivazioni (radicchio, mais, ecc.), la pesca e altro. Mettere in luce le connessioni tra i problemi, le inondazioni, e gli interventi idraulici progettati nel tempo per la sicurezza del territorio;
- generalizzare questi concetti e collegare la geostoria locale con quella generale, richiamando la nascita e lo sviluppo delle prime civiltà dei fiumi. Collegare il presente con il passato per dare senso alla conoscenza, renderla più profonda perché ancorata all’esperienza;
- scoprire che il fiume ha sempre aiutato l’uomo e che ora l’uomo deve aiutare il fiume, riflettere sulle proprie azioni e modificarle con comportamenti adeguati alla sostenibilità nell’ambiente;
- rendersi conto che per risolvere i problemi del Marzenego è necessaria una collaborazione tra tutte le comunità ed Enti interessati al fiume. Con il Contratto di fiume si condividono azioni per prevenire o risolvere i problemi delle inondazioni, dell’inquinamento, della scarsità dell’acqua, della sicurezza del territorio e di una agricoltura più sostenibile;
- capire che il fiume non è solo un elemento geografico. È una parte importante di un sistema territoriale per cui non si può conoscerlo senza avere cognizione dell’ambiente e delle comunità che ci hanno vissuto e vivono lungo il suo corso;
- avviare alla cittadinanza attiva proponendo iniziative come invitare l’Assessora all’Ambiente per sapere di più del Contratto di fiume, cosa ha messo in atto il Comune di Noale e proporre di mettere dei cartelli per denominare i corsi d’acqua del Marzenego e del suo territorio;
- sviluppare un senso di appartenenza al territorio con l’impegno personale di rispettare e far rispettare l’ambiente: “Cercherò di non inquinare mai e lo farò capire anche agli altri” ha scritto un bambino.
Un momento importante è stato “Il Gioco dell’oca” perché i genitori hanno giocato insieme ai bambini. Durante il percorso hanno appreso informazioni nuove e recuperato quelle acquisite per rispondere a domande e indovinelli.
E tutti dovevano rispettare le stesse procedure, le soste, gli avanzamenti, i medesimi tempi e ruoli.
Questa volta però erano i bambini, orgogliosi del loro nuovo ruolo, che spiegavano le regole del gioco ai genitori.
Marialina Bellato
Coordinatrice del Laboratorio di Geostorie
I.C. di Noale VE
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