Atti del Convegno – Salviati

Stefano Salviati
Biologo presso Aquaprogram s.r.l.

Salvare le risorgive. Una proposta da disseminare:
Il progetto LIFE2014 NAT/IT/00938 Risorgive di Bressanvido

 

Stefano Salviati

Grazie dott. Lazzarin per l’invito al convegno perché ho imparato tante cose, anche ascoltando i relatori che mi hanno preceduto. Ho imparato a volare alto, a sognare, e ho imparato ad avere i piedi per terra come Luca (Lazzaro) ci ha fatto ben capire. Ma direi che in questi convegni è bene che ciascuno di noi metta in moto le proprie capacità e la propria disponibilità a poter sognare. Poter sognare per poi poter realizzare, magari in un futuro, magari non adesso, magari non con le ere che ci ha indicato prima Giustino (Mezzalira), ma in tempi un pochino più ragionevoli, realizzare dei progetti che in questo momento, nella giornata di oggi ci sembrano avveniristici.

Ed è il percorso che è stato fatto dal piccolo comune di Bressanvido, che si è impegnato nella realizzazione di un progetto LIFE. La Provincia di Vicenza è sempre stata molto attiva nel settore della progettazione e della programmazione dei progetti LIFE, progetti che vanno a finanziare interventi ambientali e di conservazione della natura. Si è partiti nel 2008 con un progetto sui Colli Berici, si è passati nel 2009 al progetto SOR.BA con la riqualificazione delle sorgenti del Fiume Bacchiglione. Poi nel 2010 con il progetto AQUOR si è operato per l’infiltrazione delle acque nelle falde e di questo il dott. Mezzalira prima vi ha relazionato.

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Il Progetto LIFE e le risorgive di Bressanvido

Nel 2014 il Comune di Bressanvido (VI) ha presentato, sulla spinta del locale Comitato delle Risorgive, il progetto LIFE con caratteristiche che sono piaciute al Comitato di valutazione della Comunità Economica Europea. Il progetto è stato sostenuto anche da importanti partner territoriali, quali il Consorzio di bonifica Brenta e Veneto Agricoltura, per fare rete e presentare un progetto che avesse tutte le caratteristiche per essere finanziato.

Le caratteristiche del progetto sono ben definite. La durata è di 5 anni, è un progetto LIFE biodiversità, ha ottenuto un finanziamento di un 1.200.000 €, dei quali circa la metà sono stati cofinanziati dalla Comunità Economica Europea.

I beneficiari associati sono il comune di Bressanvido, il Consorzio di Bonifica Brenta, e Veneto Agricoltura oltre ad una piccola società di consulenza ambientale che è Aquaprogram. Ci sono inoltre dei cofinanziatori che hanno fornito un supporto economico all’idea progettuale: le Latterie Vicentine, la Pabat, e ViAcqua. Il segnale che il territorio ha dato è comunque importante perché il cofinanziamento dimostra un interesse verso il progetto anche se non un intervento diretto nella realizzazione dello stesso.

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Il territorio delle Risorgive di Bressanvido è caratteristico perché ha la presenza di risorgenze naturali di acqua che racchiudono un habitat significativo: l’habitat 3260. Questo habitat identifica strutture ecologiche ben definite per la presenza di vegetazione e fauna che lo rendono particolare.

Le Risorgive rappresentano dei piccoli scrigni di biodiversità che sono ecologicamente molto interessanti. Sono peraltro minacciati dagli interventi agricoli non sempre rispettosi del valore di questi ecosistemi; le Risorgive vengono spesso ristrette morfologicamente dall’azione degli agricoltori che cercano di guadagnare metro su metro per poi coltivarlo come ci diceva il collega precedentemente. Un’altra minaccia è costituita dall’utilizzo di fitofarmaci e di concimi che raggiungono le rogge e alterano le caratteristiche chimiche delle acque.

Altri elementi di minaccia sono costituiti dall’introduzione accidentale di specie aliene che modificano i normali equilibri ecologici e dalla costante riduzione delle portate fluenti: in questa mattinata più di un relatore ne ha parlato in maniera approfondita.

 

Acquisire i terreni Riqualificare l’ambiente Biodiversità

Le azioni che sono state realizzate nel progetto LIFE Risorgive sono molteplici; una prima parte riguarda i progetti di rinaturalizzazione che sono stati portati a compimento con la partecipazione dei vari stakeholders territoriali. A differenza delle procedure verticistiche classiche si è voluto interpellare gli stakeholders territoriali che hanno potuto fornire le indicazioni da trasferire nel progetto.

Bisogna premettere che i luoghi nei quali si è sviluppata l’ipotesi progettuale non sono stati oggetti di un intervento di esproprio, che genera sempre tensione nella popolazione, ma si è cercata una condivisione attraverso affitti a lungo termine o in pochi casi anche con l’acquisto del terreno. Mi piace ricordare che inizialmente i proprietari erano un po’ ritrosi nel concedere sia in affitto che in vendita i terreni, ma alla fine la cosa è stata molto più semplice di quanto si potesse immaginare. Addirittura qualcuno ha detto “se l’avessi saputo prima avrei messo a disposizione anche maggior superficie di terreno”. Le aree che sono state oggetto di riqualificazione sono aree marginali con scarsissima redditività agricola. Da un punto di vista naturalistico questi terreni rappresentano invece delle ottime risorse sulle quali inserire elementi ecologici di interesse. Ciò ha portato quindi alcuni proprietari a liberarsi di terreni poco produttivi e ad ottenere un reddito, seppur limitato, che prima non avevano. Questo è un aspetto che è stato molto apprezzato anche da altri amministratori e che ha visto la provincia di Vercelli, che ha simili problematiche, chiedere proprio al piccolo comune di Bressanvido le soluzioni amministrative che ha dovuto applicare per l’acquisizione di questi piccoli lembi di terreno.

Uno dei problemi incontrati è stato proprio determinato dalla ridotta dimensione delle superfici che si andava ad acquisire; mediamente si è trattato di superfici non superiori a 300 metri quadri, la più grande acquisizione è venuta da un ente pubblico, l’IPAB, con una superficie di 2800 metri quadri;lo sforzo che l’amministrazione di Bressanvido ha dovuto effettuare per l’acquisizione di numerosi piccoli lembi di terreno è stato pertanto notevole.

Con il progetto LIFE+ SOR.BA la provincia di Vicenza ha acquisito 19 ettari di terreno con un unico atto: uno sforzo economico sicuramente importante ma realizzato con un singolo passaggio amministrativo. Acquisire più di 50 lembi di terreno è stato pertanto un impegno gravoso per gli uffici tecnici dell’amministrazione di Bressanvido.

Le altre azioni del progetto LIFE Risorgive sono state la riqualificazione ambientale delle rogge e la produzione di specie arboree ed erbacee autoctone che hanno interessato la biodiversità locale. La produzione di piante è stata realizzata da Veneto Agricoltura con uno sforzo notevole poiché attraverso il vivaio di Montecchio Precalcino sono state prodotte da seme e poi trapiantate in piccoli lembi di terreno delle Risorgive circa 26000 tra piante ed erbe.

Altra attività progettuale importante è stata la realizzazione di una risorgiva didattica proprio nel centro del paese. Il comune di Bressanvido ha voluto specificare a tutti i cittadini quanto importante sia la presenza delle Risorgive e quanto importante sia la loro cura e manutenzione. La risorgiva comunale sorge proprio vicino alla piazza principale del paese, accanto al monumento per i caduti.

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Altra importante attività del progetto LIFE Risorgive è stata la valutazione della biodiversità e degli effetti che sono stati generati su di essa dai progetti. Si è voluto quantificare anche l’impatto socio – economico in modo da evidenziare come la gente percepisce la presenza delle Risorgive e quanto importanti siano per loro. E’ stata infine sviluppata un’attività per la valutazione dei servizi ecosistemici connessi agli interventi effettuati sul territorio.

Sono state sviluppate anche azioni di disseminazione anche aldilà dell’area comunale per pubblicizzare il progetto. Sono stati presi contatti con l’Università dell’Aquila per un nuovo sistema di valutazione della qualità delle Risorgive. Acqualife è il progetto che è stato messo a punto dall’università dell’Aquila ed è tuttora sperimentale ma sì provvederà ad utilizzare questo sistema di indagine anche nel territorio delle Risorgive di Bressanvido.

Il Contratto di Risorgiva

La realizzazione del primo Contratto di Risorgiva è stata una azione che ha impegnato molto i partner di progetto. Chi mi ha preceduto ha già parlato dei Contratti di Fiume; il Contratto di Fiume Marzenego penso abbia aperto un po’ la strada nel Veneto per cui non mi dilungo, ma sono stati portati avanti anche altri contratti di Fiume nella regione.

Cosa è stato fatto

In pratica cosa è stato fatto con il progetto LIFE Risorgive? A livello progettuale sono state eseguite 11 progettazioni su 42 polle di risorgiva. Queste sono state riqualificate, sono state migliorate attraverso 11 progetti esecutivi. Tutti i progetti sono stati eseguiti e realizzati dopo l’approvazione di piani di acquisizione, ovviamente, e delle valutazioni di impatto ambientale. L’acquisizione dei terreni è stata limitata, in tutto sono circa 3 ettari, ma questo è un progetto che vuole essere di esempio anche per altre comunità, un progetto pilota di come è possibile operare per la salvaguardia della biodiversità in ecosistemi molto delicati.

Il Consorzio di bonifica Brenta ha completato opere di recupero idraulico su 42 Polle di risorgiva; sono stati fatti interventi di rinaturalizzazione, di riapertura di 3 polle che erano state completamente coperte.

Parlavo prima con qualche amico che diceva ”qui da noi le Risorgive sono tutte coperte”. Certo, è abbastanza comune trovare esempi come questi, ma è altrettanto facile riportarle alla luce, fare riemergere l’acqua con semplici interventi, migliorarne il contesto con la rinaturalizzazione della parte ecotonale. Questi interventi portano ad una sicura ripresa della vita e dell’ecosistema. Sono stati realizzati circa 6 km di zone tampone che fungono da filtro per le acque che percolano nelle rogge di risorgiva. Ciò è possibile sfruttando la vegetazione che riesce a depurare le acque drenanti dai campi circostanti mitigando in questo modo gli impatti derivanti dall’inquinamento diffuso di origine agricola.

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Giustamente chi mi ha preceduto ha detto che i fiumi sono i migliori depuratori. Verissimo. Luca Lazzaro ha perfettamente ragione quando dice che la salvaguardia di tutto il reticolo minore è un baluardo per il miglioramento della qualità delle acque dei nostri corpi idrici. Se noi andiamo a difendere e proteggere i corpi idrici minori arriviamo a garantire la qualità della risorsa idrica che viene infiltrata nelle falde e utilizzata poi per usi antropici.

Avvicinare le persone = salvaguardia

Ulteriore intervento è stata la realizzazione di 3 km di camminamenti lungo le Risorgive. Si potrebbe pensare: “che cosa c’entrano i camminamenti con la biodiversità?” Ad una più attenta valutazione emerge che è fondamentale avvicinare le persone a tutti quei beni che vogliamo difendere. Per decenni ci hanno costretto ad allontanarci dai fiumi, ci hanno spostato dall’acqua fluente dicendoci che i fiumi sono pericolosi, i fiumi sono inquinati. Ma il motivo c’era: nessuno voleva far vedere che cosa si stava facendo dentro i fiumi. Se noi riusciamo a riportare la gente vicino ai corsi d’acqua e a vedere cosa scorre dentro, subito ci si potrà accorgere di inquinamenti, di manipolazioni della loro morfologia, dei danni che possono essere stati fatti.

Fortunatamente anche il mondo accademico si sta muovendo e sta lentamente rivedendo alcune sue posizioni. I fiumi non sono più visti come dei tubi in cui l’acqua possa scorrere via il più velocemente possibile ma viene rivalutata la funzione ecologica dei corpi idrici che sono oggi trattati come degli ecosistemi che si sostengono con la matrice fluida ma che contengono anche innumerevoli forme di vita che sono alla base della loro capacità autodepurativa.

È proprio su questa nuova visione che bisogna tenere un po’ gli occhi aperti, bisogna continuare nell’azione di sensibilizzazione della società e delle sue componenti. Una visione pertanto più ambientale del problema dovrebbe accompagnare gli interventi sia da un punto di vista produttivo (agricoltura e industria) sia da un punto di vista gestionale (idrologico ed idraulico). Questo approccio viene rivalutato anche internazionalmente. La FAO sta lentamente modificando le sue posizioni sulla gestione agraria introducendo, oltre all’aspetto della quantità e della sicurezza alimentare, anche il concetto di ecosostenibilità. E’ un paradigma che fa difficoltà ancora a permeare la cultura internazionale, ad entrare nella gestione della programmazione mondiale, ma pian piano si sta affermando.

In alcune slide è possibile vedere come la fase progettuale del LIFE Risorgive fosse una fase condivisa, non calata dall’alto, con l’apporto di vari stakeholders. Mi fa piacere ricordare che al di fuori delle attività realizzate in questo progetto, il Consorzio di bonifica Brenta ha sviluppato autonomamente progetti di rinaturalizzazione di rogge nei comuni limitrofi: questi sono esempi che spero andranno diffondendosi all’interno di quell’Ente ma spero anche all’interno di molte altre strutture consortili. Tale risultato sarà ovviamente facilitato dalla redazione e dalla promozione del Manuale di gestione delle Risorgive che Veneto Agricoltura realizzerà, nell’ambito del progetto LIFE, come una delle misure strategiche importanti.

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Monitoraggio ambientale

Per quanto riguarda gli interventi di monitoraggio ambientale questi sono stati eseguiti in una decina di stazioni di campionamento. Sono stati fatti anche dei sondaggi tra la popolazione per capire come il territorio reagiva a questo progetto innovativo. E’ di grande aiuto avere contezza che gli sforzi che si stanno facendo siano ben percepiti e ben capiti dalla comunità residente; per questo sono stati somministrati circa 300 questionari alla gente in occasione di manifestazioni locali che portavano un flusso di persone consistente. Inoltre sono stati somministrati dei questionari più articolati agli amministratori e ai principali stakeholders territoriali.

La rivalutazione della biodiversità degli ecosistemi di risorgiva  è importante funzione propedeutica alla salute della popolazione residente. Attualmente ci sono indicazioni da parte della Organizzazione Mondiale della Sanità, ma anche da parte del Ministero della Sanità italiano, che rivaluta l’aspetto ambientale come strumento di miglioramento della qualità della vita dei residenti. Il progetto LIFE Risorgive è un esempio di cosa si possa fare in concreto per riqualificare il territorio, aumentare la biodiversità, aumentare lo stato di salute di coloro che lo frequentano.

Che cosa è emerso dalle indagini eseguite con i questionari tra la popolazione? E risultato che la gente conosce abbastanza bene le proprie Risorgive, ha un’idea molto più approfondita delle Risorgive più belle come la Lirosa, ma ne conosce anche altre di minore importanza. E’ emerso che abitanti del territorio delle Risorgive che conoscono bene questo fenomeno, sono consapevoli degli elementi naturali importanti che qui si trovano e ne hanno grande rispetto caldeggiandone la loro protezione.

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Quali aspetti delle Risorgive colpiscono di più la gente? Fondamentalmente si evidenzia la scarsezza o la mancanza di acqua, cioè ci si accorge che nelle Risorgive non c’è più la portata d’acqua di una volta. Questo è un elemento rilevante insieme ad una serie di altri elementi di degrado presenti anche se in maniera meno evidente. Le persone lamentano anche uno scarso grado di tutela delle Risorgive. Quali sono le proposte che si vorrebbero realizzare in futuro? Ovviamente la prima è quella di avere un ambiente più pulito, delle Risorgive che siano più pulite, più tutelate, più fruibili. Credo che l’aspetto della fruibilità sia emerso in maniera evidente: la gente vuole frequentare le Risorgive rinaturalizzate, per vedere forse anche come sono stati spesi i soldi della Comunità Economica, vuole godere il bello del proprio territorio.

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Completando gli interventi progettuali è stato possibile recuperare portata idrica nelle Risorgive, è stato possibile un recupero degli ecosistemi acquatici, un miglioramento delle specie acquatiche presenti; la messa a dimora di specie vegetali nelle parti ecotonali porta ad un recupero complessivo dell’ecosistema, un aumento della funzionalità e delle capacità di trattenere sostanze indesiderate che andrebbero a percolare all’interno della Roggia. La rivegetazione spondale determina un effetto di protezione e un miglioramento della qualità delle acque. La realizzazione dei boschetti planiziali produce un miglioramento di tipo paesaggistico con conseguente aumento della biodiversità determinato dall’incremento della fauna terricola. E come ultimo positivo effetto la creazione di percorsi lungo le rogge genera un aumento della fruibilità, un aumento del potenziale attrattivo di questi sistemi e lo sviluppo di un turismo lento ed ecosostenibile.

Grazie dell’attenzione.

P.S.
Il contratto di risorgiva è partito nel luglio del 2019, ha visto il primo tavolo territoriale in settembre e successivamente si è sviluppato con incontri sia in presenza che sul web. Il percorso partecipato si è concluso a settembre del 2020 con la firma del Contratto di Risorgiva che ha visto la partecipazione di più di 30 tra Amministrazioni locali, Enti pubblici e associazioni del territorio che hanno sottoscritto un pannel di 12 azioni da realizzarsi sul territorio delle Risorgive nei prossimi 5 anni .

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M. Giovanna Lazzarin

Ringrazio moltissimo Stefano perché chiudendo questo convegno veramente ci ha aperto proprio un panorama ottimistico. Preparando questo incontro avevamo visto i censimenti fatti dal Consorzio di Bonifica Brenta, quello del 1996 e poi quello del 2002, con Galliani che diceva che ormai non c’era neanche più memoria delle micro risorgive private e aziendali. E quindi lui era andato intervistare i vecchi abitanti proprio per far sì che oggi resti almeno un minimo di memoria. 500 vecchi aveva intervistato! Con questo progetto vediamo che la memoria ritorna proprio come un’elemento di qualità del territorio che permette anche di proseguire, di andare avanti nella sua conservazione.

Io ora inviterei Giorgio Sarto, socio di storiAmestre a cui abbiamo chiesto di seguire tutto il convegno, per fare un po’ il punto della situazione e di tutto ciò che è emerso in questo convegno.

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