[Tra le infinite pubblicazioni sui complessi temi dell’ambiente e dell’acqua, e sulla loro percezione, ne segnaliamo tre recenti: una sulla responsabilità dell’uomo rispetto al proprio habitat, un’altra sul “Water Grabbing” (accaparramento dell’acqua), e una considerazione di Naomi Klein]
[Antropocene]
Giuseppe Barbera, Antropocene, agricoltura e paesaggio, Feltrinelli 2019
Ormai è certo: il nostro tempo è l’Antropocene. La lunga e variegata storia del pianeta che ci ospita rischia qui una frattura critica. L’idea di un’era connotata dalle attività umane con negative, diffuse e globali conseguenze sul funzionamento del sistema Terra, è ampiamente accettata nel dibattito tra scienziati di diverse provenienze culturali.
E non si tratta tanto di certificare formalmente l’esistenza di un’età dell’uomo quanto precisarne l’origine, i caratteri, gli sviluppi, la possibilità e le modalità di influenzarli.
In questo breve saggio, Giuseppe Barbera, autorevole storico della botanica, torna sulla questione a margine di un viaggio in Cina e riflette sul tema della responsabilità individuale e collettiva di fronte ai cambiamenti demografici e ambientali del nostro tempo.
“Dal rispetto della diversità naturale e culturale, dalla comprensione della complessità e dagli insegnamenti che ne derivano dipende il futuro della civiltà dell’Homo Sapiens. A lui competono adesso scelte radicali e indifferibili, perché da esse dipende come le società scelgono di morire o vivere”.
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[Water Grabbing]
E. Bompan, M. Iannelli, F. Fragapane, Atlante geopolitico dell’acqua. Water grabbing, diritti, sicurezza alimentare ed energia, Hoepli 2019
Inizia con un testo di Vandana Shiva in cui parla della lotta contro la deforestazione della sua regione del Garhwal Himalaya insieme alle donne che vi abitavano e consideravano la deforestazione una sorta di water grabbing.
Dice che l’utilizzo intensivo di sostanze chimiche e acqua nell’agricoltura arriva a utilizzare e inquinare il 75% delle risorse idriche del pianeta.
“Ho visto l’acqua sfruttata per l’agricoltura industriale lasciare suoli desertificati, torrenti e fiumi deviati, faglie acquifere consumate.”
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[Percezioni e reazioni]
Naomi Klein, Il mondo in fiamme, Feltrinelli 2019
“Da un quindicennio, sin dai tempi dei miei reportage da New Orleans con l’acqua che mi arrivava alla vita dopo l’uragano Katrina, cerco di capire cos’è che sta interferendo con il basilare istinto di sopravvivenza dell’umanità, perché troppi di noi non stanno reagendo quando la casa va a fuoco, quando è così chiaro che proprio questo sta accadendo.”
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