Pista ciplopedonale e ippovia delle barene
Progetto e tappe di costruzione
Maria Giovanna Lazzarin
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Questa breve memoria del progetto e dei promotori della Pista Ciclopedonale delle barene (con la relativa documentazione) è attinente al tema del Contratto di Fiume Marzenego sotto l’aspetto della accessibilità e fruibilità del corso d’acqua. La pista si snoda infatti lungo gli argini dell’Osellino, toccandone i punti salienti rispetto al governo idrico del territorio (le idrovore di Campalto e di Tessera, il depuratore di Campalto); alla connessione con altri corsi d’acqua del sistema idrico cittadino (il Collettore Acque Basse, la Fossa Pagana, il Canale Scolmatore, ecc.); ai valori paesaggistici della laguna e delle barene; agli aspetti turistici e sportivi (il porticciolo di Passo Campalto, le numerose piccole darsene, la Punta Lunga, il Forte Bazzera, il bosco di Campalto, ecc.); alla proposta estensione e connessione con le altre piste ciclopedonali (Altino, Portegrandi, Caposile); ai luoghi del restauro ambientale del territorio (l’ex poligono di tiro, le discariche idustriali, ecc.).
Si tratta come di vede di un ottimo esempio di riqualificazione globale del territorio ottenuta per merito delle associazioni e privati cittadini che hanno saputo trovare ascolto presso le istituzioni amministrative e tecniche.
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Mercoledì 21 maggio 2007, attraversando sulla sua bici l’incrocio di Campalto, muore stritolata tra le ruote di una betoniera Giulia Abbadir di soli 15 anni.
E’ la vittima numero 106 – dal 1945 – della maledetta via Orlanda, una strada percorsa da camion e betoniere che taglia in due un paese.
Da molti anni gli abitanti di Campalto chiedono la costruzione di marciapiedi e piste ciclabili, la messa in sicurezza di quella strada e il divieto di transito per i mezzi pesanti. La morte di una ragazza così giovane li ferisce profondamente: per più di una settimana vengono organizzate proteste con il blocco del traffico per chiedere più sicurezza in quell’incrocio in pieno centro cittadino. Si attivano le associazioni presenti in zona: la Salsola, Cittadini per Campalto, Territori e paradossi, FIAB MESTRE-Amici della Bicicletta e si costituisce il gruppo giovani Campalto che organizza cortei e biciclettate di protesta lungo la strada per molti mesi.
Inaugurazione I tratto pista ciplopedonale e ippovia delle barene
Nel 2009 viene aperto il primo tratto della pista ciclopedonale delle barene, che finalmente collega Campalto con Mestre senza passare per la via Orlanda.
La pista è stata realizzata dal Consorzio Dese Sile (ora Consorzio Acque Risorgive) e consiste in un percorso delimitato da palizzate nell’area golenale a ridosso dell’Osellino, con vista sulla barena e la laguna. La parte in ghiaia rullata è destinata a bici e pedoni, quella in terra battuta agli amanti dell’equitazione. Il luogo era stato contaminato dai rifiuti tossico-nocivi di Porto Marghera, ma la “discarica” è stata messa in sicurezza e recintata per impedire che qualcuno vi acceda, come concordato con l’Arpav.
In agosto si svolge la prima biciclettata. La Nuova Venezia ne dà un ampio resoconto.
L’inaugurazione della pista avviene sabato 10 ottobre 2009. Viene diffuso un pieghevole illustrativo.
Un progetto di ampio respiro
Già dal pieghevole riportato si può capire che il tratto inaugurato è solo una parte di un progetto molto più ampio. E infatti a dicembre dello stesso anno le associazioni che più si sono battute per la costruzione di quel percorso chiedono con un documento alla municipalità di Favaro che la pista ciclopedonale venga continuata, realizzando il tratto che va da Passo Campalto al Bosco di Campalto lungo l’argine dell’Osellino. Nel documento viene anche presentato il progetto complessivo che prevede di fare arrivare la pista fino a Forte Bazzera e Tessera per poi proseguire verso Altino e da lì a Portegrandi e Caposile.
Si veda la Richiesta alla municipalità di Favaro Veneto di completamento della ciclovia delle barene, del 3 dicembre 2009.
I tempi si allungano. 1 – le bonifiche.
Ma se per realizzare il primo tratto della ciclovia ippopedonale era stato necessario aspettare che venisse messa in sicurezza la discarica di fosfogessi, per il secondo tratto sarà necessaria la bonifica del poligono del tiro al volo nell’area concessa dal Magistrato alle acque nel 1968 per cinque anni, ma che è stata usata fino al 2010, nonostante le denunce – da parte di associazioni come la Salsola.- del pesante inquinamento dovuto all’accumulo di materiali provenienti dal tiro al piattello. La bonifica viene completata nel 2011 e subito le associazioni chiedono che venga utilizzato il ponte Bailey costruito per accedere al cantiere di quei lavori, in attesa che venga definito il progetto di riqualificazione dell’intera area. Intanto procedono le azioni volte a promuovere il 2° lotto della pista: nell’aprile 2013 si svolge una biciclettata lungo il futuro percorso.
I tempi si allungano: 2 – le servitù di passaggio
Il progetto definitivo della pista ciclabile dalla barena fino a forte Bazzera viene approvato con delibera della giunta comunale del 23/05/2014.
E’ interessante leggere il progetto esecutivo da cui risulta che per realizzare questo tratto di 1750 metri è previsto un costo di 116.607 euro ed è calcolata una durata dei lavori di 120 giorni naturali e consecutivi.
Ma il percorso attraversa delle aree che sono di proprietà privata. Questo è un problema che riguarda molti tratti dell’argine del Marzenego e che spesso blocca la possibilità di accedervi e usufruirne. E’ importante arrivare a degli accordi con i proprietari privati che possano essere vantaggiosi per tutti. In questo caso ci sono stati degli incontri coi proprietari che hanno portato alla stipula di un accordo per l’esecuzione di migliorie nell’area da parte del comune di Venezia a fronte della costituzione di una servitù di passaggio regolamentata. Se ne vede un esempio nel testo dell’accordo qui riportato.
Inaugurazione del 2° tratto pista ciplopedonale e ippovia delle barene
Il 2° tratto della Pista ciplopedonale e ippovia delle barene viene inaugurato il 27 luglio 2016.
Il Gazzettino riporta l’evento.
Ma sorgono subito i problemi: chi pulirà la pista? Veritas non ha ancora in carico quell’area e i cestini dei rifiuti sono messi in zone difficilmente accessibili dai mezzi. Per poter mantenere la pista aperta l’associazione Vivere la laguna si prende il compito temporaneo di svuotarli settimanalmente. Contemporaneamente il suo presidente, Giorgio Ragazzoni, che è si è sempre attivato per la ciclabile-ippovia ed è anche consigliere della municipalità di Favaro Veneto, fa una richiesta ufficiale a Veritas per il servizio di pulizia e all’AVM perché renda mobili i paletti collocati a protezione del nuovo ponticello che porta al bosco di Campalto, in modo che possano passarvi i mezzi della Veritas.
Come si può leggere nei documenti riportati, l’iniziativa ha avuto successo, e finalmente a partire dal 15 novembre 2016 la pista è presa in carico anche da Veritas e può quindi essere utilizzata in tutta sicurezza
Ma il percorso non è ancora concluso. Mancano il tratto dal bosco Campalto al forte Bazzera e quello verso Altino.
Chiudiamo quindi con un articolo di Gianfranco Albertini della FIAB MESTRE – Amici della Bicicletta, che insieme alle altre associazioni del territorio tanto di è data da fare per la realizzazione di questo percorso, senza scoraggiarsi per i tempi lunghi e gli ostacoli: lungo i fiumi di risorgiva in bici, a piedi, a cavallo, questo è l’obiettivo.
Gianfranco Albertini. Lungo i fiumi di risorgiva in bici: perché no?
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Descrizione fotografica della Pista delle Barene.
Queste foto, scattate il 16 febbraio 2017, mostrano il tratto della pista ciclopedonale delle barene, inaugurato il 29 luglio 2016, che da Passo Campalto arriva al bosco di Campalto, . Il percorso, lungo 1800 metri, parte da passo Campalto, corre sull’argine destro dell’Osellino fino al ponte metallico “Bailey”, costruito anni fa per la bonifica dell’ex area del tiro a piattello; superato il ponte costeggia l’area degli impianti di depurazione Veritas arrivando al bosco di Campalto. Resta incompiuto l’ultimo tratto della pista ciclopedonale delle barene, dal bosco di Campalto al forte Bazzera, che tuttavia si può percorrere utilizzando il vecchio sentiero arginale.
Foto scattate da Giorgio Ragazzoni, testo di Giovanna Lazzarin con la collaborazione di Giorgio.
Inizio pista ciclopedonale per forte Bazzera. Si può vedere il cartello indicatore e si intravede, sulla sinistra, l’Osellino con una barca coperta, sulla scarpata è stato facilitato un approdo per natanti.
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La strada. Il primo tratto di strada (800 m.) riprende una carrareccia esistente che portava a un tiro al piattello ora dismesso e bonificato, si vede la staccionata in pali di castagno e il filare di tamerici.
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La barena e la prima area di sosta. Poi si apre la vista sulla barena e le isole di Venezia. Come si vede è stata allestita anche un’area di sosta con panchine, cestino e portabiciclette.
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L’Osellino e la barena. La strada prosegue quasi a contatto con la barena, sulla sinistra l’Osellino è nascosto dalla vegetazione.
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Seconda area di sosta. Alla fine di questo primo tratto c’è una seconda area di sosta simile alla prima, immersa nella vegetazione, sulla sinistra si vedono due dissuasori per l’ingresso al ponte Baley.
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Il panorama. La stessa area di sosta da un’altra angolatura: anche se la vegetazione è folta è possibile sostare a vedere la barena.
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Il ponte Baley. Il ponte, lungo 47 m. e largo 3, con struttura in acciaio, attraversa l’Osellino. Prima di essere messo in sicurezza aveva delle sbarre che impedivano il passaggio ai non autorizzati.
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L’idrovora di Campalto. Il secondo tratto di 400 m. inizia costeggiando sulla sinistra l’idrovora di Campalto.
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Impianto di depurazione Veritas. Il percorso prosegue lungo l’argine sinistro dell’Osellino; in lontananza si vedono gli edifici dell’impianto di depurazione Veritas.
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Vegetazione lungo l’argine. Ancora vegetazione lungo l’argine; sulla destra si vedono le canne palustri (Phragmites) che servono per la fitodepurazione e sulla sinistra una struttura dell’impianto di depurazione Veritas.
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Dall’argine alla campagna. La pista si allontana dal colmo arginale; si può vedere in fondo la svolta e l’inizio della discesa.
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Terza area di sosta. Alla fine della discesa c’è la terza area di sosta e inizia, come si vede, con un percorso rettilineo il terzo tratto della pista.
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Verso il bosco di Campalto. Si vede il percorso rettilineo che porta al bosco di Campalto, sulla sinistra la recinzione delimita il confine con l’area dell’impianto di depurazione Veritas.
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Passerella ciclopedonale. Si vede la passerella ciclopedonale in legno che attraversa il collettore di levante, costruita appositamente per collegare la pista al bosco di Campalto che si vede sullo sfondo.
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Il bosco di Campalto. Il bosco di Campalto è un esempio di bosco naturalistico usato come parco urbano. Qui finisce il secondo tratto della pista ciclopedonale e ippovia delle barene.
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La fossa Pagana. Sulla sinistra la fossa Pagana che è stata rinaturalizzata in questo tratto e un ponticello che l’attraversa.
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La fossa Pagana. In questa foto si vede bene il ponte sulla fossa Pagana che porta a una fascia di campagna coltivata tra Campalto e Favaro, la pista però non lo attraversa.
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Verso l’argine. Il vecchio tracciato prosegue fino all’argine dell’Osellino, e chi va in bici o a piedi può poi continuare fino al forte Bazzera lungo un sentierino formatosi col passaggio delle persone.
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