Francesco Vallerani – Devozione fluviale e il sistema sorgivo…
parte 4/6
pag. 4 - Idrografia minore - Impermeabilizzazione del suolo - Ripartiamo da Zero
Se da un lato dedichiamo attenzione all’idrografia naturale, costituita da piccoli e grandi fiumi, dall’altro dovremmo però tener conto anche della rete secondaria e di quella ancora gerarchicamente meno importante dei fossi terziari, lungo i quali è possibile rilevare dei micro-dissesti, soprattutto nel caso del loro interramento per espandere superfici coltivabili o edificabili. In tutta la bassa pianura veneta si può ipotizzare una consistente scomparsa dei fossi, corrispondente a centinaia di chilometri lineari di linee di deflusso sottratte alla libera espansione delle acque in eccesso.
Scomparsa dei fossi / Impermeabilizzazione dei suoli
È ben noto che l’interramento dei fossi è connesso soprattutto al fenomeno dell’urbanizzazione delle campagne, particolarmente intenso durante la prima decade del nuovo millennio, in cui non si è andati per il sottile rispetto a una oculata e efficiente gestione delle dinamiche delle acque superficiali. Si tratta della seria questione dell’impermeabilizzazione dei suoli, autentico dissesto latente che può emergere in caso di estremi climatici.
E il caso dell’ottobre 2010 dimostra crudamente gli effetti del consumo di suolo. In particolare a Vicenza. Era probabilmente dai tempi di Andrea Palladio che il Teatro Olimpico non aveva visto l’acqua così vicino alle sue fondamenta. Tanto da suscitare l’immediata reazione del vertice regionale, evidenziando che fatti simili non si sarebbero più verificati, evocando il ben noto diktat “Tolleranza zero”. Però peccato che la tolleranza zero nel 2011 è venuta meno se si va a vedere cosa è accaduto a Borgo Berga di Vicenza. Cioè costruiscono un tribunale-Centro Direzionale nuovo proprio dove c’era la tolleranza zero idraulica ovvero fino sugli argini di Retrone e Bacchiglione poco a monte della loro confluenza.
Gli eventi fin qui delineati sono il consueto rosario di lamentele che non si smetterà mai di snocciolare in una regione come il Veneto, con il suo poco invidiabile campionario di criticità ambientali e carenze urbanistiche.
Ripartire da Zero
Per non abbattersi dobbiamo partire da zero. Con Zero però intendo il nome del breve fiume di risorgiva che nasce poco distante dalle sorgenti del Sile. Al facile gioco di parole ha ceduto anche Giovanni Comisso che, descrivendo il suo trasferimento nella piccola casa contadina in quelle campagne, scrisse: “La mia vita comincerà da Zero”. A proposito delle sorgenti dello Zero non è per nulla facile trovarne le sorgenti: nasce nella clandestinità. Sono elementi geografici che restano latenti e dispersi, spesso a secco; ci si perde tra rotatorie e edifici industriali o lottizzazioni residenziali. Prevale la privatizzazione delle sponde, che impedisce la percorribilità dei cittadini, esploratori di luoghi d’acqua, anche se le macchine dei Consorzi di bonifica possono ovviamente passare per la manutenzione.
Ecco, lo Zero è un corso d’acqua che tutto sommato presenta delle caratteristiche notevoli: delle alberature per esempio; che però non sono lasciate alla morte naturale, dato che gli alberi in Veneto non hanno vita lunga, e se hanno vita lunga le potature sono piuttosto pericolose.