Atti del Convegno – Vallerani 2

Francesco Vallerani – Devozione fluviale e il sistema sorgivo…
parte 2/6

 

pag. 2 - Informare e reagire. La logica "nazionale" e la logica "di bacino": Etiopia - Svezia - Spagna

Le avvisaglie poi di questo dramma non è che non siano state denunciate: non mancano infatti adeguati studi e ricerche che però restano inutilizzate. C’è un ben noto aforisma di Marsilio Ficino recuperato da uno studioso del 500 che è il seguente: “Il sapere lontano dal potere giova a pochi; il potere lontano dal sapere nuoce a molti.” Si tratta di un richiamo quanto mai opportuno nell’odierno contesto che vede le politiche ambientali spesso vanificate da incapacità e arroganza di un potere che, proprio qui in Veneto, essendo inamovibile, non si cura di essere efficace e innovativo e ne sono prova le azioni collettive di denuncia che ormai si moltiplicano.

Necessità di informare e reagire

Sempre mantenendoci a un livello globale, le questioni ambientali stanno stimolando importanti progetti di comunicazione in modo da sensibilizzare un pubblico con livelli di attenzione non sempre adeguati. Si pensi, ad esempio, al docufilm del 2015 “Questo cambia ogni cosa”, basato su una sceneggiatura di Naomi Klein. È il primo film che in qualche modo mette in evidenza il dramma di quello che sta succedendo al pianeta. Si arriva poi al contributo impegnato di Leonardo Di Caprio che nel 2016 presenta al Festival di Torino e poi alla Festa del Cinema di Roma, “Before the Flood”; infine è uscito a metà settembre del 2019 “Antropocene”, che mostra la fine della dell’epoca umana: è un resoconto che accompagna anche la mostra fotografica di Bologna dedicata alla medesima tematica, una mostra estremamente significativa. L’esordio del film è straordinario, l’immagine è di una bellezza sublime ma spaventosa, qualcosa di drammatico che veramente lascia senza speranza, ma che al tempo stessa libera e stimola la voglia di reagire.

Una delle più urgenti criticità ambientali è proprio la crescente scarsità dell’acqua dolce, questione che tocca tutto il mondo. I casi più drammatici sono molteplici e mi limito a menzionarne alcuni.

Logica “nazionale” >< logica di bacino idrografico / Etiopia

La siccità in Etiopia, che ormai da due anni sta colpendo tutta la parte Nord. È ben noto che l’Etiopia stia costruendo una enorme diga che bloccherà il Nilo Azzurro. Non so quando sarà operativa, forse stanno già riempiendo in parte il bacino il che significa che il Sud Sudan, il Sudan e soprattutto l’Egitto non avranno acqua per qualche anno; dovranno contare solo sul Nilo Bianco cioè quello che discende dal Lago Vittoria, con i suoi deflussi molto più scarsi rispetto agli abbondanti apporti provenienti dal Nilo Azzurro. La grande diga etiope è stata realizzata senza la dovuta cooperazione internazionale, senza cioè tener conto della logica del bacino idrografico.

Altra questione: da qualche anno si stanno verificando in Svezia incendi estivi, in gran parte dovuti al protrarsi di elevate temperature e di carenza di precipitazioni. Specialmente nevose. Ciò vuol dire che le Alpi svedesi non hanno più quella quantità di neve la cui fusione consente la ricarica dei fiumi, dei laghi e delle falde. Inoltre, nelle città si arriva a temperature elevate, 35 gradi a fine luglio quest’anno; come anche, in autunno inoltrato, si sono toccati i 7 gradi di minima. Lo stesso è agevole osservare anche per l’Alaska con valori minimi troppo elevati anche nei mesi invernali.

Spagna >< Portogallo

La carenza di precipitazioni sta inoltre sollevando questioni di conflittualità tra Portogallo e Spagna perché gli spagnoli hanno chiuso il Tago per poter riempire i loro laghi che si stanno svuotando. Questo sta bloccando per esempio l’afflusso d’acqua per tutta l’agricoltura (per fortuna che adesso non ci sono più raccolti da fare), ma il problema è la ricarica. Il Portogallo, a seguito proprio di elevate temperature e di siccità, l’anno scorso ha subito degli incendi devastanti tra giugno e luglio, con decine e decine di morti perché i boschi che hanno piantato in Portogallo sono tutti boschi non autoctoni ma sono conifere, pino di Svezia, per produrre la cellulosa.

[segue: Vallerani 3]

[All’inizio della sezione Convegno]

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