da SALZANO


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1805                                 |                                     1960                                     |                               2014

Salzano (ex cave-Oasi)

         Questo riquadro di mappa rileva il tratto del Marzenego (il cui nome è stato scritto dai topografi militari con lettere assai grandi che seguono il corso sinuoso del fiume e delle quali si vede qui solo l’iniziale M in basso a destra) presso Robegano a sud della strada che collega con un rettilineo a Noale questo centro situato a nord est di Salzano (Salzan) e connotato dalla presenza di Palazzo Capella. A monte di Robegano, che oggi fa parte del comune di Salzano, il Marzenego riceve da nord l’affluente Draganziolo mentre a valle, verso Merne (Maerne), riceve dal versante sud cioè dalla sponda destra il Roviego di sopra, il cui nome è anche il toponimo di una contrada visibile nella mappa in basso. Il tratto di Marzenego rappresentato ha due mulini dotati di ampi bacini di calma e di bypass per compensare il restringimento del deflusso. Il suo corso a larghi meandri è compreso nella tipica fascia perifluviale di prati e pascoli che deborda pure al di là della strada e nel prato e brollo di pertinenza di Palazzo Capella, formando un caratteristico rettangolo prativo allungato in direzione nord-sud che si attesta in alto sullo Scolo Riolo. Questo affluente sfocia nel Marzenego tra Trivignano e la Contrada Verso Mestre (attuale Olmo), dopo il mulino situato dove oggi sono i resti del Ca’ Bianca. La rappresentazione della campagna, che tra le varie squadre di rilevatori non si discosta se non per variazioni di grafia disegnativa talvolta marcate, mostra anche in questo stralcio i perimetri delle insule – definite da alberate siepi fossi – con i simboli dei vigneti, ove presenti, realizzati come è noto da filari di viti maritate agli alberi di sostegno a dividere regolarmente i campi a seminativo (arativi) interni alle insule.

Nell’assetto degli anni ’60 permane un territorio aperto e privo di urbanizzazioni intensive e inoltre resta l’andamento a larghe curve del Marzenego, qui denotato ancora come Fiume e non come Canale come la medesima mappa scrive nel tratto rettificato vicino a Mestre. Va notata l’enfasi di segno e colore dei bordi arginati, più volte e particolarmente in questo decennio incrementati assieme alla sezione dell’alveo. Appaiono modifiche viarie sulla Mestrina e sui corsi d’acqua e l’attraversamento di grandi elettrodotti, anche in direzione Marghera. Tra le maggiori trasformazioni dell’area vi è l’insediamento della Fornace (alcuni edifici sono ancora presenti nell’area con diversa destinazione) e l’escavo per decine di ettari dell’argilla, con un ponte sul Roviego e l’apertura di un percorso dalla strada bassa a sud fino al fiume e all’argine del Mulino Scabello a nord per i mezzi di scavo e di trasporto.

Il fotopiano 2014 dà conto della grande trasformazione delle ex cave in Oasi, delimitata a nord est dal Marzenego e chiamata Lycaena dal nome della farfalla presente nelle zone umide. La Provincia di Venezia ha operato prima individuando valori e tutele ambientali e poi con l’acquisizione da parte pubblica, progetti e interventi -in collaborazione anche con il Consorzio Acque Risorgive- fino a formare tra il 2007 e il 2011 e nel quadro della pluralità di ambienti presenti un’ampia area di fitodepurazione (ecosistema filtro) delle acque del fiume. L’oasi fa parte così, nonostante il trauma della costruzione ad est del Marzenego – che ne è attraversato – del Passante autostradale, del sistema ecologico delle aree umide che costituisce patrimonio essenziale e da sviluppare per un nuovo sostenibile paesaggio delle acque e del territorio nell’area metropolitana.

Giorgio Sarto

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Questi contributi ci giungono da Salzano:

1. Intervista a Giuliano Stevanato, socio di “Terra Viva” di Salzano e affezionato curatore dell’Oasi Lycaena. Ha partr4cipato anche Alberto Pesce di Noale Ambiente

2. Opuscolo sull’Oasi Lycaena, redatto da Giuliano Stevanato.

3. …

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