Una lettera a Nadia Breda
«In questo progresso scorsoio non so se vengo ingoiato o se ingoio.» A. Zanzotto*
“Quando tracciarono l’autostrada sulle carte, la disegnarono sulla linea delle risorgive, calpestando geometrie di terre, impostandola in senso trasversale all’allineamento dei campi e delle siepi e dei fossi, voluto da questi uomini antichi. .. Una strada de travèrs, una strada di traverso, dissero i contadini. Sconvolsero le acque e il loro schieramento, ruppero righe di siepi, spezzarono i campi.”
da Nadia Breda, Bibo, dalla palude ai cementi. Una storia esemplare, Ed. Cisu.
Nell’ottobre del 2000 il WWF organizzò la festa nei palù e dei palu’ di San Vendemmiano per chiedere di salvaguardare quest’area di risorgive dal progetto – allora – di completamento dell’autostrada che le avrebbe attraversate.
In quell’occasione Andrea Zanzotto scrisse questa lettera agli organizzatori:
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Pieve di Soligo, 05.10.2000
Cari amici,
mi spiace infinitamente di non poter essere tra voi per la Festa nei palù e dei palù.
In questi tempi di cannibalismo esercitato in tante forme sul territorio e di un turismo diventato ormai un’alienazione di massa, bisogna avvicinarsi a questi luoghi preziosi con spirito di cautela e quasi di venerazione, ma è pur giusto che, sia pur di rado, si dia la possibilità a tutti di gioire tra le primordiali purezze e libertà della gran vita terrestre, nei luoghi sempre più esigui dove si sono conservate.
Bisognerebbe che tutti, anche i più estranei, fossero avvicinati e fatti inoltrare in questi luoghi: la loro forza profonda e la loro armonia aspettano, infatti, il vero compimento nell’uomo, che invece si suicida minacciando ovunque, e specie nei nostri paesi tanto antropizzati anche per necessità, la terra madre e generatrice.
Bisogna che questo continuo sviluppo febbrilizzato sia trattenuto in limiti sostenibili, e se è vero che bisogna purtroppo scegliere il male minore trovando soluzioni a problemi comunque devastanti di traffico e simili, solo la meditazione sulle origini reali di tanta febbre e l’affrontare pacatamente le cause può incentivare un minimo di speranza.
Se si pensa di imbottire le strade esistenti di un traffico sempre crescente nessuna soluzione viaria potrà bastare. Creperemo comunque di smog e cemento.
Evviva i Palù, dunque e l’aura stupenda che ne promana!
Andrea Zanzotto
P.S. Questo discorso ovviamente vale per discariche, cave e ogni altra manipolazione dissennate del manto della terra, magari in nome del mito del sempiterno autmento del prodotto Interno Lordo. In questa lordura, si fa per dire, rimarremo seppelliti.
* A. Zanzotto, In questo progresso scorsoio, Milano, Garzanti, 2009, p. 10.
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L’autostrada A28 è stata portata a termine nel dicembre 2010, intersecando da est a ovest buona parte di queste aree naturali e modificandone l’assetto secolare. La proposta fatta dall’urbanista Giorgio Sarto di spostare quei quattro chilometri affiancando il tracciato alla ferrovia a nord, non è stata presa in considerazione, anche se nell’agosto 2004 i palù e le sere (le tife o canne palustri) sono diventati territori SIC, Siti di Interesse Comunitario, con il nome di ‘ambito fluviale del Livenza e corso inferiore del Monticano”, istituiti dalla stessa autorità (la Regione Veneto) che li devasta.
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