Intervista a Mirco Capo: lo Scolmatore

di M. Giovanna Lazzarin e M. Granzotto

Lo Scolmatore: intervista con Mirco Capo, 5 gennaio 2011

 

Il geometra Mirco Capo (Capo) lo Scolmatore l’ha visto nascere.  Dal 1974 ha diretto i  lavori degli allaccianti, i baffi, con cui la Dosa, il Roviego, il Rio Storto e gli altri affluenti sono stati immessi nello Scolmatore.  Il 5 gennaio 2011 è stato intervistato da M. Giovanna Lazzarin (Giov.) e M. Luciana Granzotto (Luc.).

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Capo:  Lo Scolmatore è stata l’opera più grande che ho avuto la fortuna di vedere e seguire. Si era partiti come Consorzio di bonifica col finanziamento del Ministero Agricoltura e Foreste, ma il Ministero era molto lento coi finanziamenti. Quando è subentrata la Regione si è potuto terminare l’impianto idrovoro.
E’ un’opera importante, Mestre senza lo Scolmatore non potrebbe vivere, perché tutti gli affluenti più importanti del Marzenego, tranne il Draganzuolo, si immettevano nel fiume fino al punto in cui  si divideva in due rami per entrare a Mestre; l’ultimo era il Cimetto, che corre parallelamente a via Miranese, da Spinea fino alla foce nel Marzenego. Dosa, Cimetto, Roviego, Rio Storto, Rio Moro e Fosso del Terraglio, Bazzera, sei affluenti, cioè sei canali. Tutto questo fa 40 m³ al secondo, che tolti dal Marzenego faceva sì che il fiume continuasse a passare tranquillamente per Mestre, senza nessun problema, mentre tutti gli altri collettori venivano portati nello Scolmatore.

Giov.: Perché lo Scolmatore è stato fatto in cemento quando ad esempio a Padova c’è lo Scaricatore, che è molto grande, ma è fatto in terra?

 

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La spianata dello scolmatore vista da via Castellana alla Cipressina.

Capo: Lo Scolmatore è nato come canale a sollevamento meccanico. Inizialmente quando lo hanno progettato era in terra, il piano generale di bonifica aveva questa prima indicazione, ma dovevano fare un canale talmente grande, talmente profondo e dovevano arginarlo a quota 13, perché con l’alluvione del ’66 la marea è arrivata 1 metro e 98 sul medio mare, cioè a quota 11,98. Allora hanno detto: è meglio che  mettiamo un impianto idrovoro, così possiamo restringere la sezione del corso d’acqua, farlo più profondo, in modo che serva da vasca di contenimento e quando non c’è problema di deflusso delle acque a monte, defluisce normalmente. Quando la marea raggiunge un metro sul medio mare, si abbassano  le paratoie e l’acqua viene presa con le pompe e buttata fuori.

Giov.: Quindi è stato progettato subito con l’impianto idrovoro?

Capo: All’inizio lo Scolmatore è nato senza impianto idrovoro, perché prima hanno fatto il canale, tra l’altro ci hanno impiegato 10 anni, mica un giorno! E’ partito negli anni Settanta e i lavori sono proseguiti fino agli anni Ottanta, tanto per capirci!
Io dal ’74  fino agli anni Ottanta ho fatto la direzione dei lavori degli allaccianti, che sono i baffi, di Dosa, Cimetto, Roviego, Rio Storto, Rio Moro, Fosso del Terraglio, Bazzera. Ho lavorato sei anni, però abbiamo allacciato tutti gli affluenti e abbiamo messo in funzione tutto il sistema Scolmatore. E’ stato inaugurato in vari lotti …,  ma è finito veramente nel 2010, quanto hanno installato le ultime pompe dell’idrovora di Tessera!
Dicevo che era nato senza impianto idrovoro. Se lei vede lo Scolmatore da Ca’ Solaro fino alla foce nel vecchio Osellino, dove c’è il forte Bazzera, prima dell’aeroporto, è arginato perché a quei tempi non c’erano i soldi per l’impianto idrovoro, per cui hanno preferito arginarlo e farlo funzionare per la Bazzera e per il Fosso del Terraglio, che sono stati i primi due collettori che ne hanno beneficiato.
Nel frattempo hanno fatto le paratoie a Tessera, perché non c’erano ancora, e di fianco hanno fatto l’impianto idrovoro e hanno installato una pompa da 2500 litri al sec., per cominciare. Poi ne hanno installate altre due da 5000 litri e poi altre tre negli anni 2000. Quindi 5 pompe da 5000 litri al secondo, 25 mila litri al secondo, più una da 2500. L’impianto che si vede a Tessera è un impianto molto grande, è lungo oltre 50 metri. Quando c’ero io, fino al 2000, c’erano la pompa piccola e le due pompe da 5000 litri e lo mettevamo in moto quando c’era la marea sostenuta.

Giov.: quando c’è stato il grande allagamento del 2007, correva voce che le pompe non avessero funzionato.

Capo:  Nel 2007 lo Scolmatore non c’entrava niente, lui lavorava per conto suo. Ma da quella volta  il direttore (del consorzio di bonifica Dese Sile) Del Rizzo ha detto: “Noi teniamo l’impianto sempre chiuso e utilizziamo l’impianto idrovoro per quello che deve fare!” Quando c’è allerta meteo lo Scolmatore viene prosciugato con le pompe, più che possono ovviamente, in modo tale che se c’è la piena di monte, dalla Castellana, dalla tangenziale di Mestre, dal Marzenego ci sono due grandi botti sifone dove inizia lo Scolmatore e ci sono 10 chilometri dalla tangenziale di Mestre dove inizia alla foce, così diventa vasca di contenimento. Man mano che arriva l’acqua le pompe entrano in funzione.
Dopo il 2007 la Regione ha finanziato le altre due pompe che mancavano; nel 2008-2009 hanno rifatto le paratoie che si erano consumate e hanno installato le ultime due pompe, hanno messo un secondo gruppo elettrogeno che serve a far funzionare le pompe anche in mancanza di energia elettrica.
Sono due gruppi elettrogeni talmente grandi da far paura! Non si riesce a resistere dopo averlo acceso per il rumore!

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28 novembre 2011: inaugurazione delle due nuove pompe dell’impianto idrovoro di Tessera

(Altre foto dell’idrovora di Tessera sono raccolte in questa Gallery)

Giov.: quali difetti può avere secondo lei lo Scolmatore?

Capo: Lo Scolmatore è stata un’incisione notevole dal punto di vista ambientale, dal punto di vista ecologico. Lei capisce che da quando ha cominciato a funzionare ad oggi dentro allo Scolmatore si è creato l’interrimento; non essendoci velocità, la sedimentazione è quella che è. Però quando nel 1966 Mestre ha avuto mezzo metro d’acqua in piazza Ferretto non c’erano tanti discorsi da fare, il cuore della città è andato sott’acqua, quindi alternative non ce n’erano!

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