Andrea Sottani – La disponibilità di risorse idriche…
Parte IV/V
IV. Qualità della risorsa: valori di parametro, fenmeni di contaminazione e azioni correttive - pag 4
42. Quale è la previsione delle tendenze in essere?
Dal punto di vista dei trend in atto, è primariamente utile prendere visione del diagramma annesso, tratto dal sito della società meteorologica italiana [dia 42], che esprime l’andamento delle temperature atmosferiche del periodo 1965-2015 alla stazione di Moncalieri (TO).
Il dato che emerge è netto e chiaro: + 1,5° / secolo.
L’andamento non si presta a molte discussioni.
Il sistema naturale è compresso da fonti di pressione da tutte le parti.
Il comparto idrogeologico non può risultare indenne.
Passa col mouse per ingrandire43. Tra le notizie positive, occorre considerare che gli interventi eseguiti per cercare di far fronte alle contaminazioni porta a dei risultati positivi sul medio-lungo periodo.
Il grafico presentato si riferisce ad una piuma da solventi clorurati: i diagrammi di regime, riferiti ad aree prossime alla sorgente o distali, fanno intendere che negli anni i valori dell’inquinamento decrescono in modo marcato, giungendo talora a risultati anche di potabilità.
Più nel dettaglio: nella parte alta di questa zona di contaminazione, tra il 2011 e il 2018 ed a seguito di interventi di risanamento, si passa dal valore iniziale di 600 microgrammi per litro (il limite di potabilità è 10 ppb) verso tenori minori; nella zona più distante la potabilità è raggiunta già dal 2001 al 2013.
Queste informazioni vanno intese come notizie positive, collegate con l’azione che si sta eseguendo su molti di questi siti di contaminazione.
Passa col mouse per ingrandire44.45. Per tornare alle risorgive si osservi la diapositiva 44, dove si vede l’assetto chimico nella fascia dei fontanili riconducibile ancora ai fenomeni di contaminazione da solventi clorurati, come la trielina.
L’asse di contaminazione di sinistra che parte dalla fascia pedemontana e arriva fino a Vicenza.
È un fenomeno che nasce presumibilmente negli anni Settanta ed è ancora oggi in atto.
Passa col mouse per ingrandireLe analisi fatte nello studio Aquor delle risorgive hanno segnalato inquinamenti residui da solventi clorurati che emergono a distanza di 40 anni, esattamente nel punto dove la piuma di contaminazione marca il territorio, scendendo dalle zone che rappresentano la sorgente di inquinamento.
Questo flusso d’acqua e di inquinanti prosegue da anni e anni.
Passa col mouse per ingrandire
46. Nella fascia vicentina dei fontanili si è calcolato (su base annua) che il quantitativo di nitrati che esce dai capifondi delle risorgive sia dell’ordine delle 4000 tonnellate (oltre 10.000 kg al giorno, tutti i giorni, 24/24 ore al giorno).
Queste sono le dimensioni e le caratteristiche di alcune delle problematiche che ci si trova a dover analizzare.
Passa col mouse per ingrandire47. La situazione di Castelfranco non è molto differente da quella del Vicentino.
Nella mappa della diapositiva 47 si riconosce la fascia delle Risorgive ed alcuni tematismi pertinenti alla discussione: con un tratteggio di colore rosso sono segnalate le isocone (linee di egual concentrazione) dei nitrati, ma sono rappresentati anche episodi di contaminazione (plumes) da organoclorurati con concentrazioni dell’ordine di 600-700 microgrammi per litro, in seno a fenomenologie in atto dai primi anni 80 a seguire.
Tutto il mondo è paese.
Passa col mouse per ingrandire
48. Se i trend idrochimici più recenti fanno ben sperare, nel senso che molte contaminazioni storiche sono in corso di gestione, le tendenze sul consumo di suolo non tranquillizzano.
Il diagramma prova a rappresentare in maniera sinottica una proiezione degli scenari di consumo di suolo, effettivi ed attesi.
Il presidente dell’ISPRA afferma che “il contenimento del consumo del suolo è la premessa per garantire una ripresa sostenibile”.
Si fa ancora fatica a vedere l’inversione di tendenza.
Si auspica, lavorando quotidianamente su questi temi, che nel futuro prossimo ci sia un cambio di rotta.
Passa col mouse per ingrandire49. Sul merito degli altri scenari “climatici” si rimanda a fonti più autorevoli che in recenti report (https://www.medecc.org/medecc-booklet-isk-associated-to-climate-and-environmental-changes-in-the-mediterranean-region/) mettono in evidenza alcuni risultati riferiti al bacino del Mediterraneo.
I dati attesi confermano aumenti di temperatura dell’ordine dei 2 °, con tutti i risvolti sociali, territoriali, paesaggistici, ma anche di sicurezza idraulica ed idrogeologica che si possono intuire.
50.51. Dal punto di vista della disponibilità delle acque sotterranee, le acque potabili, le acque dolci, le previsioni indicano la possibilità di una .diminuzione da importante a sostanziale della risorsa, fino a -15 punti percentuali rispetto ad oggi.
Gli studiosi che si occupano specificamente di questi problemi definiscono il quadro in parola come uno dei disastri globali più rilevanti dal punto di vista ambientale.
Passa col mouse per ingrandire
Passa col mouse per ingrandire
Passa col mouse per ingrandire52. Oltre il Mediterraneo il quadro è altrettanto complesso.
Negli USA si va in cerca di energia nel sottosuolo tramite lo sfruttamento dei i gas di scisto, energia profonda intrappolata nelle viscere della terra.
È venuta alla luce la tecnica del fracking, tecnologia sofisticata che consiste nel fare fori a profondità rilevanti, tramite i quali si disarticola la compagine rocciosa profonda iniettando fluidi e soluzioni aggressive a pressioni idrauliche elevatissime, per poi estrarre i composti di interesse dalla roccia madre.
Passa col mouse per ingrandire53. In ampie zone già di rilevanza idrogeologica per le riserve potabili ivi stoccate si sono realizzate in modo pressoché istantaneo 50.000 perforazioni e oltre, profonde 4000 metri e oltre, in poco più di 5 anni.
Quale può essere la sicurezza nella conservazione e nella tutela delle acque sotterranee dinanzi a questo panorama di gestione del sottosuolo?
Passa col mouse per ingrandire
54. Nella fotografia [54] si vede un primo piano di uno dei cantieri di perforazione sopra citati.
Passa col mouse per ingrandire
55. Segue una panoramica ed ancora una vista più comprensiva (fonte Google EarthTM).
56. Il territorio per la ricerca della riserva energetica autoctona è oggi costellato di perforazioni.
Passa col mouse per ingrandire
57. I risultati, dal punto di vista delle reazioni a catena con l’acqua potabile, sono talora drammatici.
Il metano sale dalle profondità terresti ed attraverso le vie realizzate dalle perforazioni giunge fino ai rubinetti degli utenti.
In altri siti brucia l’acqua nei bacini superficiale.
L’acqua può finire davvero.
Passa col mouse per ingrandire
58. L’acqua può finire davvero anche nelle nostre zone.
Il territorio di pianura tra Vicenza e Treviso è costellato da una moltitudine di pozzi e di perforazioni.
Se da un lato i fori costituiscono un elemento di rischio dall’altro permettono di verificare, campionare, misurare.
Il della idrogeologia è anche quello di tenere il sistema sotto controllo.
Passa col mouse per ingrandire
59. Si cerca di misurare, di approfondire per aggiornare il patrimonio conoscitivo rispetto alle nuove tendenze in atto.
Siamo dinanzi a dinamiche nuove che regolano il meccanismo di trasformazione degli afflussi e deflussi.
La conoscenza di quello che sta accadendo, tramite nuove acquisizioni dei regimi, rappresenta un presupposto imprescindibile rispetto alla tutela delle riserve idriche sotterranee.
Conoscere per proteggere.
(Nella foto un esempio di stazione automatica per la registrazione dei dati di falda ed un diagramma tipo con l’andamento della falda freatica rispetto a quello delle piogge – fonte: Sinergeo).