La mostra “ Aspettando il Parco fluviale del Marzenego” è stata ideata da Giorgio Sarto a partire da una mostra sul fiume Marzenego che aveva pensato e realizzato nel 2014 quando è stato riaperto il fiume in via Poerio e il Comune di Venezia ha fatto lo studio di prefattibilità ambientale in cui per la prima volta era compreso il Parco del Marzenego.
La mostra è stata presentata il 25 settembre 2024 ed esposta dal 25 al 28 settembre 2024 presso la sede di Viva Piraghetto, via Piave 67, Mestre e il 5 gennaio 2025 alla festa di GAIA, presso il Centro città aperta di via col Moschin 20 a Mestre.
L’idea di questa mostra viene a Giorgio Sarto e al gruppo di ricerca di storiAmestre dopo che molte associazioni avevano fatto nel 2019 una petizione al Comune di Venezia per la realizzazione del Parco e sottoscritto nel 2020 le osservazioni alla variante 52 del Comune al piano degli interventi. La mostra ripercorre la vicenda urbanistica del Parco dal 1962 al 2024, la storia delle rettifiche del Marzenego e del sistema scolmatore, ma anche delle oasi che hanno trasformato delle cave di argilla dismesse in ambienti naturali, l’attivismo dei cittadini per chiedere la realizzazione del parco attraverso mobilitazioni, manifestazioni, percorsi ciclo-pedonali.
Ci sono almeno tre nuclei della mostra:
- la vicenda urbanistica dal 1962 al 2024
- la storia delle trasformazioni del Marzenego
- la cittadinanza attiva per il fiume e il suo parco.
1. La vicenda urbanistica dal 1962 al 2024
L’idea di una riserva naturalistica è già presente nel piano intercomunale di Luigi Piccinato del 62 che non verrà mai approvato. Nel 73 abbiamo un primo vincolo al verde in un’area allora un po’ disgraziata tra due ferrovie e la tangenziale, ma non vengono mai approvati gli strumenti urbanistici.
Nell’85 la legge Galasso riconosce che vanno tutelate le acque pubbliche. Si arriva così alla costruzione del Palav (Piano di area laguna e area veneziana) a cui Giorgio Sarto collabora e l’intero corso del fiume Marzenego viene tutelato, ma iniziano subito le varianti urbanistiche per consentire edificazioni in aree tutelate.
Però il vero spartiacque è il 2014 quando viene riaperto il fiume in via Poerio.
2. La storia delle trasformazioni del Marzenego
In mostra ci sono due periodi importanti della storia del fiume:
Gli anni 60-70 in cui il fiume, percepito come un pericolo dopo l’alluvione del 66, viene snaturalizzato e portato fuori Mestre con un canale scolmatore in cemento che sfocerà in laguna nord.
Il 2014, quando in centro a Mestre viene riaperto un tratto del Marzenego. Anche in questo caso c’è di mezzo un allagamento quello del 2006-2007, quando i vari comitati che si erano formati capiscono che non era il fiume causa dell’allagamento ma da una parte le fognature miste, dall’altra la cementificazione e il tombamento di fossi e canali.
E’ questa diversa percezione del fiume che porta al 2014. Si vede che sta cambiando il rapporto con il fiume che da pericolo sta diventando anche un valore per la città.
Sempre nel 14 c’è il primo studio di prefattibilità ambientale del Comune di Venezia con un allegato sul parco del fiume Marzenego
3. La cittadinanza attiva per il fiume e il suo parco
Sulla spinta delle associazioni cittadine si avvia anche il contratto di Fiume che per la prima volta vede il fiume non più per settori per sezioni ma nel suo insieme dalla sorgente alla foce.
Quello è un momento di grandi speranze e di grande attivismo delle associazioni e dei comitati che è documentato in mostra.
Però passano gli anni e non succede niente da parte delle istituzioni.
Di fronte a questo silenzio una ventina di associazioni presentano – nel 2019 – la petizione al consiglio comunale per l’avvio del parco e – nel 2020 – 17 osservazioni alla variante 52 al piano degli interventi in cui il Comune di Venezia pone il vincolo di esproprio dietro compensazione urbanistica e definisce gli indirizzi per la realizzazione del parco fluviale del Marzenego.
Nessuna delle osservazioni verrà accolta dal Comune di Venezia.
In mostra si trovano le osservazioni riguardanti:
- i mendri fossili del Rio Cimetto che Giorgio Sarto individuava come la porta del parco e ora purtroppo sono compromessi da una nuova strada
- l’osservazione per la salvaguardia dei boschi e delle radure come il bosco di Zelo
- l’osservazione che chiede di estendere il parco sulle due rive del Marzenego nell’area strategica dell’ex ospedale Umberto I.
Cosa ha predisposto fino al 2024 il Comune di VE per il parco?
Purtroppo solo un’esproprio di aree agricole vincolate proprio per la vicinanza al Marzenego che avrà come conseguenza una nuova cementificazione per 80.000 mq.
Per questo è sempre attuale l’idea di Giorgio Sarto, condivisa dal gruppo di ricerca di storiAmestre, di parco come spazi collettivi aperti per il benessere dei cittadini in cui vengano valorizzati gli elementi storico-ambientali presenti, con interventi minimi che garantiscano la percorribilità delle sponde lungo tutto il corso del fiume e permettano di fruire dell’ambiente naturale e agrario con percorsi pedonali e ciclabili non cementificati. Questa idea è ben illustrata nell’ultima tavola intitolata: una modesta proposta per il parco.