3\ Problemi aperti
I fossi presi in considerazione finora sono solo quelli di pertinenza del Consorzio, e di cui esiste un file grafico per Google Earth[1].
Non sono ancora presenti quindi quelli privati, o non nominati. L’obiettivo di far riemergere i fossi “nascosti” non è quindi raggiunto. Questo limite è ancora aggravato non tanto per un’aspirazione astratta alla completezza, ma proprio per l’importanza che attribuiamo al fitto reticolo di scoli e fossati, anche a dimensione semplicemente poderale, per la loro funzione di raccolta e distribuzione ai fini irrigui delle acque in eccesso, e che invece sovente soffrono di incuria o di abbandono sia da parte pubblica che privata.
La piccola dimensione dell’oggetto delle ricerche (fossati, scoline, sfioratori, canalette, ecc.) si traduce in una diffusa sottovalutazione del loro ruolo e si risolve in trascuratezza, abbandono e in deleghe ad organi “superiori”. Non si può negare un certo fondamento a questa comune considerazione[2].
Ma il nostro interesse per questi aspetti “minori” del territorio ha anche un intento strumentale: la conoscenza e valorizzazione del territorio è una componente importante dello sviluppo della coscienza civica e sociale. Rivolta ai giovani ha anche una valenza pedagogica. Allena a coltivare interessi collettivi, a rispettare e difendere la cosa pubblica, ad avvicinarsi alla complessità ed interconnessione dei problemi del territorio e della comunità.
Queste considerazioni implicano una scelta che interessa anche la porzione di dati qui raccolti e le priorità da indicare.
Diamo la dimensione quantitativa:
3 Province
10 Comuni interessati alla segnaletica
103 Corsi d’acqua
887 Punti segnaletici
13 Tipologie principali diverse
Cartelli Segnaletici riguardanti ciascun comune:
Camposampiero 22
Loreggia 47
Martellago 79
Massanzago / Trebaseleghe 1
Noale 83
Piombino 51
Resana 15
Salzano 69
Spinea 27
Trebaseleghe 89
Venezia 561
Totale 1044
N.B. Questi dati forniscono solo l’ordine di grandezza. Infatti, alcuni di questi punti sono condivisi da due comuni (il corso d’acqua segna il confine). In fase esecutiva si potrà decidere a che comune vadano attribuiti. Bisogna ricordare tuttavia che molte situazioni richiedono più di un segnale: per esempio, presso i ponti saranno opportuni dei segnali su ambedue le direzioni, il che aumenta i costi.
D’altra parte, molti sono i casi (per es. le diramazioni) in cui le segnalazioni riguardano due enti, le cui indicazioni vanno quindi unificate, riducendone il numero complessivo. Si veda l’allegato C.
L’impegno di spesa per l’apposizione di tutti questi indicatori è palesemente alto. È realistico quindi suddividere le indicazioni per livello di priorità per dare alle singole amministrazioni più possibilità di scelta.
Quali possono essere quindi i criteri di priorità?
Benché lo spirito di questa iniziativa sia valorizzare le situazioni più marginali e oscure, crediamo che sia inevitabile partire dalla vicinanza dei centri abitati, cioè dal numero di potenziali utilizzatori della segnaletica. Avranno quindi priorità le tipologie come punti di incontro: tra il corso d’acqua e gli abitanti (tipicamente i ponti), e tra corsi d’acqua (confluenze, diramazioni, incroci, ecc.) per mostrare l’unitarietà e la complessità del sistema idrico territoriale.
Un’altra fattispecie crea qualche problema: come considerare i numerosi tratti tombati, nascosti ma comunque importanti dei corsi d’acqua? È utile ricordare alla popolazione la loro esistenza (e quindi l’equazione tombataura = cementificazione), o è più realistico ignorare questa prassi diffusa? La proliferazione compulsiva delle rotonde ha un impatto esagerato sull’ambiente: sarebbe utile segnalare anche il sacrificio imposto ai corsi d’acqua da loro ricoperti?
Se questo progetto acquistasse più consenso ed energia, le realtà locali potrebbero raccogliere esigenze e pareri a questo proposito tra i propri concittadini.
In questa sede presentiamo una classificazione di massima, con lo scopo di aiutare ed uniformare le scelte locali. Si veda quindi la tabella per tipologie (All. C).
[1] Il nome del file è D2016-04-20_CANALI_GESTIONE.kmz, vedi sotto. Il nome del file contiene una data ma esistono varie versioni. Noi abbiamo usato quella che sembra più aggiornata.
[2] È il caso di ricordare l’uso tradizionale degli agricoltori di mantenere pulita ed efficiente la parte dei fossati di pertinenza delle proprie terre. Questa consuetudine era sostenuta dalla consapevolezza che le acque irrigue sono un bene comune. Al contrario si va attualmente diffondendo l’atteggiamento di delega alla fiscalità generale e agli enti pubblici i compiti di manutenzione ordinaria, accompagnato da una impietosa critica al rapporto tra tasse pagate e servizi ricevuti.
[segue]