Parole del fiume – OSELLINO

Osellino

A inizio Cinquecento i veneziani, per evitare i depositi di torbide nello specchio d’acqua antistante la città, decisero di deviare il Marzenego, che aveva il suo sbocco naturale a San Giuliano, verso la laguna nord mediante un canale artificiale. Era il progetto dell’Osellino, che fu effettivamente portato a termine prima del 1520. Questo canale costituiva la continuazione dell’alveo del Marzenego, intestato all’altezza del borgo di Marghera in prossimità della foce e condotto con un rettifilo attraverso Campalto e Tessera lungo l’orlo lagunare fino al seno di Cona, dov’era già la foce del Dese-Zero, di fronteall’isola di Torcello e a Treporti. Esso fu provvisto di un argine sulla riva destra verso laguna, mentre fu esclusa ed espressamente proibita ogni difesa su quella opposta verso campagna, perché avessero libero sfogo le acque di piena. Fino alla bonifica e colonizzazione novecentesche, il territorio attraversato dall’Osellino conservò l’impronta di un paesaggio di boschi, pascoli, valli e acquitrini.

Anche il tronco di alveo naturale del Marzenego dal punto di uscita da Mestre e fino all’imbocco del canale prendeva il nome di Osellino. Il corso del fiume era qui particolarmente tortuoso e lento, tutto curve e meandri. Alla lentezza della corrente fu imputata la frequenza delle inondazioni e l’impaludamento dell’area e perciò nel 1784-85 ne venne eseguita la rettifica, che corrisponde all’attuale corso rettilineo parallelo al viale Vespucci.

Claudio Pasqual

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