7. Villa Barbarich, i mulini, il troso di Trivignano, il Rio Roviego
Villa Barbarich, un bene comune privatizzato
L’attenzione del gruppo impegnato nella valorizzazione del fiume Marzenego si incentrò negli anni a seguire, fino al 1987, nella richiesta di recupero e valorizzazione della villa Barbarich, e dei mulini, edifici abbandonati al degrado e senza nessun vincolo. E’ da dire che il consiglio di quartiere 14 approvò le nostre richieste all’unanimità ma non seguì alcun atto amministrativo del Comune di Venezia.
La richiesta di acquisire la villa Barbarich, uno splendido edificio del XVI sec.,situato sulle sponde del Marzenego appena usciti dal centro di Zelarino, interamente affrescato al suo interno e abbandonato, fu lasciata colpevolmente perdere quando si poteva fare con pochissimo impegno di spesa. La richiesta era di farne un museo della cultura contadina e un centro per il tempo libero. La proposta discussa dal 1982 venne approvata nel 1985.
Vetro e cemento sulla villa del XVI sec.
Ora la villa è stata “restaurata” da privati per farne un centro wellness con interventi scandalosi in vetro e cemento che ne hanno snaturato la struttura. Il vecchio ponte in pietra che consentiva l’attraversamento del fiume, crollato negli anni sessanta, è stato sostituito con un altro in legno, brutto e pacchiano.

Un’altra immagine della Villa Barbarich a Zelarino. Sullo sfondo l’ex mulino Ronchin. (foto di Dario Cestaro)

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La petizione di Democrazia Proletaria per recuperare, restaurare e dedicare ad uso pubblico villa Barbarich – A (1982)

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Planimetria dell’area di villa Barbarich che illustra la proposta di D.P. per la sua riqualificazione pubblica (1982)
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A riguardo dei mulini invece nel marzo del 1986 il Consiglio di quartiere ne chiede il vincolo
I mulini come bene culturale vincolato
artistico. Analoga richiesta l’avevamo presentata nel dicembre del 1985 alla Regione Veneto. E’ facilmente intuibile dato il degrado di alcuni di questi edifici (vedi la cartiera dell’Olmo di Maerne) che nulla è stato fatto. Considerati alla stregua di semplici edifici abitativi sono stati quasi tutti ristrutturati cancellando ogni segno della loro passata funzione molitoria.

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La delibera del C.d.Q. per inserire i mulini del Marzenego nell’elenco dei beni da tutelare.

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La descrizione dei 19 mulini del Marzenego che D.P. chiede alla regione Veneto di tutelare a norma di legge – A (1985)

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La stampa riporta l’impegno della Provincia di Venezia a tutelare mulini, ville e cave del territorio.
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Un successo dei cittadini: il “troso” di Trivignano
Nel 1986 il gruppo di Democrazia Proletaria si impegna nella difesa del troso di Trivignano. Si tratta di un lungo viottolo percorribile a piedi o in bicicletta che dalla via Castellana dopo avere attraversato il Rio Storto portava al mulino Scabello e da qui al centro di Maerne o all’Olmo. Un costruttore lo aveva arbitrariamente chiuso per valorizzare delle palazzine. Dopo una raccolta firme e una manifestazione con la partecipazione di moltissima gente viene riaperto di forza. La questione arriverà in tribunale dove si sancirà l’apertura del troso, tutt’ora percorribile, unico esempio rimasto nei dintorni di Mestre dei collegamenti che i mulini avevano con la campagna circostante.
[Sulla riapertura del troso di Trivignano, e sulle manifestazioni popolari che l’hanno imposta, si può vedere una gallery con numerose altre immagini.]
[segue]
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