MESTRE, anni 80

6. Il fiume – per sua natura – non è legato ai confini amministrativi

E’ nel dicembre 1984 che la Commissione territorio di Democrazia proletaria di Mestre lancia pubblicamente la proposta di un Costituzione di un consorzio intercomunale per il bacino imbrifero del Marzenego.

Il bacino di un fiume non permette frazioinamenti amministrativi

La proposta nasce anche grazie a un clima culturale alimentato da riviste come Quaderni del Sile che dal 1978 usciva in edicola e dava una visione complessiva del fiume e tentava di rinnovare culturalmente l’approccio alla questione unendo aspetti naturalistici, economici e culturali legati al fiume. Fondamentali sono stati poi apporti come quello di Giorgio Nebbia che sempre su Quaderni del Sile parlava di “bacino idrografico come unità economico-ecologica”. Cioè per lo studioso dell’Università di Bari avevano senso solo unità amministrative che facevano riferimento al bacino dei fiumi, in quanto l’ecologia non ha confini amministrativi stabiliti dalla politica ma dalle energie e risorse ambientali. Per il Marzenego quindi secondo la sua logica doveva esistere il comune del Marzenego, il comune del Dese ecc. Insomma Nebbia e altri   studiosi come Giuliano Cannata[9] o Alfredo Silvestri[10] ponevano il rapporto tra l’uomo e i fiumi su un nuovo piano culturale.

Nel dicembre del 1984 la proposta di un consorzio intercomunale del fiume Marzenego venne inviata alla Provincia di Treviso, Padova, Venezia e ai comuni di Loreggia, Resana, Piombino Dese, Trebaseleghe, Noale, Salzano, Martellago, Venezia. Cioè a tutte le amministrazione attraversate dal fiume. La proposta in soldoni era di superare le barriere istituzionali e individuare nel bacino idrografico la principale realtà ecologicamente significativa su cui intervenire. Ciò si poteva realizzare – a dire della commissione territorio di DP – grazie al R.D. del 1934 n. 383 e alla L. 26\2\1982 n. 53. In base alla legislazione “i comuni hanno facoltà di unirsi in consorzio fra di loro o con la Provincia per provvedere a determinati servizi od opere di comune interesse” (R.D. 1934 n. 383 Titolo IV n. 156).

L’antenata immatura dell’idea di Contratto di Fiume

La proposta non sortì effetto alcuno. Poca determinazione e preparazione culturale della Commissione Territorio di DP, scarsa cultura ambientalista negli amministratori locali, pochi strumenti gestionali. In pratica si è rivelata una buona intuizione non al passo con la sensibilità comune dell’epoca. A parte qualche articolo sui giornali il nulla, se non la lettera del sindaco di Venezia Mario Rigo a cui va dato atto di aver risposto e girato la proposta all’assessore all’ecologia di allora, Gaetano Zorzetto.


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L’articolo di Giorgio Nebbia sulla rivista Quaderni del Sile


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L’articolata proposta dei Democrazia Proletaria per la costituzione di un Consorzio tra comuni e provincie interessati dal bacino del Marzenego – A (1984)


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c.s. – B (1984)


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c.s. – C (1984)


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c.s. – D (1984)


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L’intervento sulla stampa di Claudio Zanlorenzi (Comm. Terrotorio di D.P.) sulla costituzione di un Consorzio tra enti pubblici. (1985)


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La lettera di trasmissione della proposta di D.P. inoltrata dal sindaco Mario Rigo all’assessore all’ecologia Gaetano Zorzetto (1985)

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