di Stefano Sorteni
Rappresentare il tempo non è pacifico. Per molti orientali il tempo è circolare: non si rappresenta allora come una linea ma piuttosto come una circonferenza (simbolo peraltro del “circolo vizioso”).
Per altri, specialmente europei, in particolare tedeschi, il tempo procede a spirale: non è chiaro però se la direzione vada verso l’alto o verso il basso, o se rimanga orizzontale.
Le “linee del tempo” che si trovano in giro sono pressoché invariabilmente lineari (lo dice la parola stessa). Effettivamente è un’immagine rassicurante ma ahimé ingannatrice. A parte il fatto che nemmeno per la fisica il tempo fila dritto (per Einstein infatti fila curvo, e qualche premio Nobel delle fisica ha sostenuto che può anche tornare indietro), il tempo della storia non si adatta a questa metafora. Alti e bassi, diversioni e rallentamenti, accelerazioni inaspettate, grida e sussurri, insomma ogni forma di irregolarità.
Quindi, compromesso per compromesso, un’immagine accettabile ci è parsa quella dell’onda sonora: come la storia, essa ha almeno due dimensioni: la relazione tra due eventi successivi e l’interazione tra eventi simultanei: il contrappunto e l’armonia (non è stato possibile però mantenere la proporzione delle distanze tra gli anni, che erano troppi).
Stefano Sorteni si è cimentato in questa improba impresa. Ecco il suo lavoro.
Presentazione
Il Tempo del fiume, questo è il titolo della cronologia che segue, intendendo indicare con ciò lo sviluppo del rapporto tra l’uomo e il Marzenego, coi suoi affluenti, nei secoli. Fenomeno quindi di lunga durata, direbbero gli storici, che inizia ad essere indagato dall’inizio dell’età moderna ai giorni nostri. Cinquecento anni che sono molti, ma che, per avere un quadro esaustivo dell’evoluzione storica del fenomeno, avrebbero potuto essere anche di più. Si pensi, ad esempio, a quanto il corso d’acqua abbia influito sullo sviluppo dei centri urbani in epoca medioevale, se non prima, o al fatto che la sua parte geograficamente più alta non sia molto presente. Questi limiti geografici dipendono in parte dal fatto che la fonte a cui si è attinto è stata prima di tutto quella degli interventi presenti nel sito stesso, che al momento non coprono tutta l’asta fluviale e ai quali si rimanda in gran parte per la bibliografia utilizzata. Lacuna che comunque potrà essere sanata man mano che aumenteranno gli interventi degli altri comuni interessati.
Nel corso del tempo s’incrociano diversi piani: giuridico, istituzionale, tecnico operativo, persino metereologico; altri se ne potrebbero aggiungere, a significare che, ad insaputa del nostro fiume, sul suo corso si sono incrociati diversi interessi, pubblici e soprattutto privati.
Chiediamo venia, quindi, coscienti che si tratta di un primo tentativo, nel quale non si ha la pretesa di offrire un quadro del tutto completo.
Vediamo dunque
IL TEMPO DEL FIUME
Stefano Sorteni