I Mugnai di Zelarino – 3

3. Prevale l’ottimismo e si introduce la tassa
Il “contadiname” soffrirà ma non si ribellerà

 

Le autorità non sono troppo preoccupate per l’ordine pubblico

Anche i contadini non destano preoccupazione e li divide in tre gruppi. Il primo “è composto da contadini bene provveduti, e questo non mancando di mezzi si lagnerà della tassa ma finirà col pagarla”. Il secondo, formato da persone che “quantunque non ritraggono dall’agricoltura sufficienti risorse, vi suppliscono con qualche altra industria, e per tal modo l’aggravio della nuova tassa non si potrà dire insopportabile”. Il terzo gruppo, il meno numeroso a suo dire, “abbraccia tutti coloro che vivono stentatamente collo scarso frutto della sola loro opera e che lottano realmente con la miseria.

Per essi la nuova tassa riuscirà troppo gravosa e quasi insopportabile, ma piegando i più anche essi pure si adatteranno a sostenere il sacrificio”. Il commissario distrettuale si dimostrò molto tranquillo, sicuro di poter reprimere facilmente solo casi molto isolati di protesta.

 

In realtà qualche problema cominciava a profilarsi. I mugnai dovevano anticipare la tassa all’Erario in base ad una presunzione di capacità di macinazione. Ecco allora che i mugnai misero in atto, secondo le autorità di p.s., “i soliti tentativi di eludere con notifiche men che fedeli” l’applicazione della tassa legata alla effettiva attività svolta dagli opifici.

La riscossione della tassa era legata alla presunzione della quantità di prodotto lavorato. Si poneva il problema dunque di controllare in modo preciso tutta la produzione dei mugnai.

I mugnai ricorrono a forma di evasione

La cosa non faceva loro piacere e presentava oggettive difficoltà. Alla percentuale normalmente richiesta per la macinazione (mulenda) andava aggiunta la quota prevista dalla imposta. Vedremo che proprio questa promiscuità tra i due oneri di macinazione chiesti all’utente creò i maggiori problemi. Ancora nel settembre del 1868, nella trepida attesa della applicazione di questa imposta, Visinoni, a nome del sindaco, scriveva che a Zelarino “l’applicazione di questa tassa nel ceto dei villici incontrerà un’assoluta disapprovazione” anche se non è a temersi “che tale disapprovazione si manifesti con atti ostili” grazie al “tranquillo carattere degli abitanti”.

Nel merito dei mugnai fece presente che forse “si troveranno degli ostacoli per l’attuazione dell’imposta”. In primo luogo, per “il serio imbarazzo nell’esazione della tassa dai singoli avventori” e, in secondo luogo, perché ai mugnai erano state contestate le denuncie sulla ricchezza mobile dalla R. Agenzia. Quest’ultima aumentò, a dire dei mugnai, a dismisura la quantità dei cereali che ogni mulino poteva macinare. Si paventava una forma di ricatto partendo dalla assoluta importanza che assumeva la professione del mugnaio.

Il tranquillo carattere degli abitanti

Da Martellago, nel settembre del 1868, il sindaco Berna disse che “la classe inferiore e il contado” (…) “teme più che l’ammontare della tassa gli abusi dei mugnai di cui ordinariamente è la vittima”. Segnalò, anche lui, una certa riluttanza da parte dei mugnai nel denunciare i prodotti lavorati dai singoli mulini, pur tuttavia per il primo anno di applicazione della tassa, invitò i regi agenti delle tasse a non essere troppo fiscali con loro per evitare di pregiudicare l’esito della riscossione.   Non si sbagliava. Allegri, sindaco di Mestre, confermò a sua volta il tentativo dei mugnai di assicurarsi un minore aggravio della tassa dando notifiche inesatte agli agenti delle imposte.

Nel novembre del 1868, in prossimità della applicazione della nuova tassa, il prefetto di Venezia fu informato dal commissario distrettuale che erano state appianate le divergenze con ben tredici su quattordici mugnai del distretto di Mestre. Attendeva, inoltre, l’effetto pratico della nuova tassa in merito all’ordine pubblico “allorquando entrerà la stessa in pieno vigore e sorgeranno i contatti fra la popolazione ed i mugnai pella percezione dell’imposta corrispondente al peso della materia sottoposta alla macinazione”.

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